Quattordici stanze e vista spettacolare della Fontana di Trevi: questo è limmobile sequestrato oggi dalle disponibilità della Banda della Magliana, insieme ad altri immobili di importante valore, come un complesso turistico sul lungomare di Ostia e numerose auto e opere darte, per non parlare di diverse società e conti bancari. Un patrimonio totale pari a 25 milioni di euro, confiscato dalla Guardia di Finanza a Ernesto Diotallevi, accusato di essere uno degli esponenti della Banda della Magliana, anche se assolto dalla Corte dAssise di Roma nel processo del 1996.
In base ai rilievi degli inquirenti, Diotallevi è stato incaricato da Danilo Abbruciati, uno dei leader dellorganizzazione criminale, chiamato “er Camaleonte”, in questi anni a svolgere il ruolo di trait dunion tra lassociazione criminale e leconomia romana, oltre a curare le relazioni con la mafia siciliana.
In particolare, secondo gli inquirenti Diotallevi avrebbe intrattenuto rapporti con il boss palermitano Pippo Calò, considerato tesoriere della Cupola, a Roma con un falso nome.
Loperazione arriva al termine di alcune indagini patrimoniali degli specialisti del gruppo investigativo sulla criminalità organizzata dellUnità di Polizia Economico-Finanziaria, delegata dal Quartier generale anti-mafia distrettuale, che ha documentato come Diotallevi, sebbene assolto dalla Corte dAssise di Roma, nel 1996, come parte del noto “processo alla banda della Magliana”, così come dalle molteplici accuse di omicidio (tra cui quella per la morte del banchiere Roberto Calvi), fosse riuscito ad accumulare enormi fortune, nonostante lassoluta mancanza di fonti di reddito lecito.
“La confisca – scrivono le fiamme gialle – giunge al termine di un lungo e complesso processo che ha portato la posizione di Diotallevi allesame di tutti i gradi di giudizio sino alla Corte di Cassazione la quale, a gennaio 2018, ha annullato il decreto con cui la Corte di Appello, a maggio 2017, aveva disposto, in riforma della decisione del Tribunale risalente a gennaio 2015, la revoca parziale della misura di confisca.
In particolare tra i beni confiscati ci sono le azioni, il capitale sociale e il patrimonio aziendale di 8 società, impegnate in varie attività come lacquisto di beni immobili, il settore delle imbarcazioni, fino al commercio dellelettricità e al trasporto marittimo. Tra questi ci sono anche alcune holding, una delle quali è della Libera, proprietaria di una lussuosa villa sullisola di Cavallo in Corsica. Sequestro effettuato anche su alcuni veicoli, depositi bancari e polizze di assicurazione sulla vita, nonché numerose opere darte. Infine Diotallevi possedeva, direttamente o indirettamente, anche 43 immobili, distribuiti tra Roma, Gradara, un paese in provincia di Pesaro Urbino, e Olbia. Tra le case, infatti, un prestigioso appartamento con vista sulla più grande fontana della capitale del valore di mercato di 4 milioni di euro, e una serie di villette a schiera di fronte al mare nel decimo municipio.