Il Co.Re.Com. Lazio ha presentato, presso la Sala Spazio Europa della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, l indagine conoscitiva su Cyber-bullismo e Media Education nel Lazio, realizzata da un team di ricercatori della Università della Sapienza e della Università Lumsa.
Una sede simbolica poichè La sfida contro il cyberbullismo – ha affermato il Presidente del Co.re.Com.Lazio Michele Petrucci nella sua introduzione – si vince solo a partire dallEuropa con la collaborazione delle istituzioni nazionali e locali e il coinvolgimento convinto dei gestori telfonici e delle piattaforme web.
Lo studio, che segue e completa l indagine quantitativa svolta lanno passato con la somministrazione on line di un questionario, è stata condotta attraverso focus group presso cinque Istituti rappresentativi delle diverse realtà regionali(uno per provincia) ed ha coinvolto studenti del primo e secondo anno delle scuole medie inferiori e del secondo e terzo anno delle scuole superiori.I risultati restituiscono, tra molte conferme e qualche sopresa, la fotografia qualitativa di comportamenti, pratiche e rischi dei minori in rete con i molti chiari e scuri che ancora caratterizzano luso del web da parte degli adolescenti e il ruolo delle famiglie e dei docenti.
Lutilizzo dei social media: Rispetto ad unimmagine pressoché stereotipata che vede i ragazzi come utilizzatori forti e competenti delle piattaforme comunicative, i partecipanti ai focus restituiscono un quadro variegato rispetto alle loro abitudini e competenze. Unipotetica classifica basata sulle preferenze di utilizzo espressa dai partecipanti ai focus vede al primo posto Whatsapp e Instagram, seguiti da Facebook e Youtube. Meno frequentemente sono stati richiamati ASK.fm, Snapchat e Telegram.
I rischi: Per il campione dei ragazzi intervistati Cyberbullismo, sexting e abuso di dati personali rappresentano i rischi maggiori. In particolare il cyberbullismo è definito come il rischio più grande che puoi incontrare sui social network. Un rischio ricondotto in maniera generica a gente malintenzionata perché dietro uno schermo non sai che cè ma anche alle persone più vicine, frequentate nella quotidianità: I tuoi compagni possono prenderti in giro e le cose in rete poi è difficile cancellarle e può portare a cose molto più importanti. Nel fornire una definizione di cyberbullismo e dei soggetti che si rendono protagonisti di queste azioni, per cui i cyberbulli sono bulli che utilizzano i social per prendere di mira le persone, offenderle e dire cose che non sono vere , i partecipanti concordano nel ritenerlo di gran lunga peggiore del bullismo tradizionale, in virtù dellanonimato garantito dai social.
Come è possibile reagire: Alla consapevolezza dei molteplici rischi che si corrono con lutilizzo dei social network, corrisponde la convinzione sullimportanza di parlarne:dirlo subito a qualcuno, agli amici o a mamma e papà; se lo tieni per te e la cosa va avanti ci stai male; devi farti un po di coraggio e andare da qualcuno non serve stare zitti né rispondere a quella persona perché tu gli rispondi e lui continua . Anche se la maggior parte dei ragazzi dice che non è semplice perchè è forte la paura a parlare per non avere ritorsioni; quindi bisogna sempre cercare di non aver paura e affrontare la situazione.
La prevenzione I ragazzi dichiarano di essere portati a chiamare in causa il contesto familiare, e in particolare la figura della madre, non solo rispetto per ridurre lo stress emotivo e psicologico derivante da esperienze negative online, ma anche per prevenire i danni che ne derivano.
Il convegno, organizzato con il patrocinio dellOrdine dei giornalisti del Lazio e della Scuola superiore dellAvvocatura, si è aperto con la lettura dei messaggi inviati dal Cardinale Vicario di Roma, Angelo De Donatis, dal Presidente dellEuroparlamento, Antonio Tajani,dal Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Daniele Leodori dalla europarlamentare Silvia Costa. Per le istituzioni sono poi intervenuti tra gli altri: Mario Morcellini e Francesco Posteraro, commissari di Agcom; Flavia Marzano, Assessora al Comune di Roma Capitale, Assessora Roma semplice; Elisa Masottti, assessora allinnovazione del comune di Rieti; Jacopo Marzetti, Garante infanzia Regione Lazio; Donatella Pacelli,Presidente Comitato Media e minori MISE; Filippo Lucci, coordinatore nazionale Co.re.Corecom.
Dal dibattito ha concluso i lavori Petrucci sono giunti spunti e indicazioni utili per le politiche di prevenzione e contrasto, in particolare la media education, confermando la intenzione del Co.Re.Com. Lazio di continuare nella campagna informativa che da ormai tre anni, coinvolge ragzzi, docenti e famiglie presso scuole e parrocchie..
Presenti anche i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e dei gestori telefonici. Assenti invece, nonostante linvito, i gestori delle piattaforme social. Un assenza per la quale Petrucci, che ritiene fondamentale il loro ruolo nel combattere il cyberbullismo e perciò si augura un diverso atteggiamento in futuro, ha espresso forte rammarico poichè è il segno di una scarsa sensibilità e responsabilità sociale, peraltro non solo su questo tema come testimoniano le notizie provenienti dallAgenzia delle entrate. Un atteggiamento che secondo Petrucci viste le vischiosità con cui procedono i, pur auspicabili, tentativi di co-regolamentazione e autoregolamentazione rende indifferibile e indispensabile, per la gravità del fenomeno, una più rigorosa azione legislativa nella attribuzione delle responsabilità.