Lautunno vuol dire vendemmia è colpisce diverse regioni italiane. Tra queste vi è la Campania e la particolare area archeologica di Pompei, che da vita ad una delle più suggestive raccolte del vino in uno scenario unico. La tradizionale raccolta delle uve dei vigneti nellarea archeologica è stata riproposta anche questanno come accade da diverso tempo. Giovedì scorso levento si è tenuto presso il vigneto della Casa del Triclinio estivo che ha celebrato la XIX edizione della Vendemmia a Pompei, che, mediante un rigoroso percorso, concilia tecniche scientifiche con lo studio dei più antichi metodi di viticoltura. Lattività era iniziata nella mattinata tarda, verso le 10, anticipato da un brindisi di buon auspicio a cui hanno partecipato il direttore generale dellassociazione che organizza la Vendemmia Massimo Osanna e il Professore Piero Mastroberardino, in segno di consolidata cooperazione con lAzienda Vinicola Mastroberardino, il quale, nellambito delle ricerche di botanica applicata allarcheologia, portate avanti dal Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco archeologico di Pompei, negli ultimi anni si è fatto carico dello studio delle fasi preliminari che conducono alla raccolta , quelli inerenti allimpianto e alla coltivazione dei vigneti dellantica Pompei, oltre a dar vita al pregiato vino Villa dei Misteri. In questa edizione gli appassionati di vino hanno potuto degustare il Villa dei Misteri Annata 2011, prima produzione frutto delluvaggio storico di Piedirosso e Sciascinoso, insieme anche al primo raccolto di Aglianico. Larea di vendemmia si è ulteriormente allargata. È di ben 11 anni fa lampliamento del progetto che consisteva nel trovare delle zone dismesse da ripristinare a vigneto, destinandole in tutto e per tutto alla coltivazione del nobile vitigno Aglianico – una delle eccelenza più rsignificative della viticoltura risalenti allantichità – naturalmente adatto alla formazione di grandi vini rossi di lunga conservazione. La forma principale di coltivazione destinata a tale obiettivo è stata lalberello, che meglio si confa, nel microambiente atmosferico di Pompei, al vitigno Aglianico, in un feeling perfetto tra il vitigno di derivazione ellenica (Vitis Hellenica) e la tipica potatura sempre della penisola greca. Lidea progettuale, sorta nel 1994, ha innanzitutto coinvolto unarea confinata degli scavi, per poi ampliarsi e toccare oggi fino a 15 aree a vigneto ubicate tutte nelle Regiones I e II dellantica Pompei (tra cui Foro Boario, casa del Triclinio estivo, Domus della Nave Europa, Caupona del Gladiatore, Caupona di Eusino, lOrto dei Fuggiaschi, e altre) per unestensione totale di circa un ettaro e mezzo e per una produzione potenziale di circa 40 quintali per ettaro. Il vino Villa dei Misteri rappresenta un modo per raccontare e far conoscere Pompei con la sua cultura e la sua tradizione antica e quale luogo di valorizzazione e, al tempo stesso, di difesa del territorio, del paesaggio e dellambiente.