Nella legge finanziaria c’è anche una misura di sostegno alla natalità ed all’agricoltura: un terreno di proprietà dello Stato come dono alle famiglie che fanno il terzo figlio. Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio lo spiega così: “Si dice che in Italia ci siano pochi bambini e che sia necessario un aiuto per invertire la tendenza, per questo il ministero vuole dare un contributo favorendo in particolare le aree rurali, dove i bambini si stanno ancora facendo».
Tecnicamente sarà una concessione gratuita per almeno 20 anni. E riguarderà “le famiglie con un terzo figlio nato negli anni 2019, 2020 e 2021”. Il punto è capire cosa si intende precisamente per “nuclei familiari”? I dettagli arriveranno con una disposizione ad hoc. Nel gioco è coinvolto il ministro della famiglia, lultra-cattolico Lorenzo Fontana, che sollecita uninterpretazione restrittiva: solo coppie sposate, no alle unioni civili o alle coppie di fatto. Non è facile, tuttavia, poiché in molti casi la legge equipara le unioni civili al matrimonio. E gli stranieri? La soluzione dovrebbe essere simile a quella per il reddito di cittadinanza: la terra andrà a coloro che risiedono in Italia da almeno 10 anni. Escluderli completamente sarebbe incostituzionale.
Resta da capire di quali terre si tratta. Coldiretti stima che i terreni agricoli del pubblico demanio coprono mezzo milione di ettari. Il loro valore teorico è di 9,9 miliardi di euro. Perché darli in concessione gratuita, allora, e non venderli, ora che tutto quel denaro servirebbe per finanziare gli interventi promessi dal governo? Proprio perché è un valore teorico.
È vero che i terreni agricoli italiani hanno un prezzo elevato rispetto ad altri paesi perché in media la nostra terra produce di più. Ma è anche vero che nella maggior parte dei casi i terreni agricoli pubblici rappresentano i pezzi meno preziosi che sono difficili da collocare. LAgenzia del Demanio, con il progetto Terre vive che ha venduto o affittato diversi lotti, ha già dato via i terreni più pregiati. Terreni che in molti casi venivano acquistati da coloro che già possedevano le aree limitrofe e quindi potevano espandere la propria fattoria. Quelli che rimangono sono i terreni meno interessanti. A volte rappresentano addirittura un costo per i comuni proprietari che devono occuparsi della loro manutenzione.