LO ZAR DELLA FORMULA 1

    Il week end russo, per la F1, è stato noiosamente pieno di prevedibilissimi colpi di scena. Già dalle qualifiche, la pole è di una vettura Mercedes, ma guidata dal pilota sbagliato. Infatti Valtteri Bottas piega Hamilton, va veloce, troppo, anche per la rockstar inglese. La Ferrari è in ritardo, annaspa, non regge il ritmo delle frecce d’argento e sono entrambe lontane dal tempo del finlandese della stella a tre punte.
    La gara riflette pienamente le qualifiche, Bottas scatta veloce, Hamilton fa pattinare le gomme, Vettel cerca di attaccare subito l’inglese, ma “The Ham” si aggrappa alla scia del compagno di casacca e palesa alla Ferrari la superiorità tecnica della sua W09.
    Nelle retrovie i due baby driver del futuro, Verstappen e Leclerc, movimentano le fasi iniziali del GP russo. Il primo, partito ventesimo, raggiunge la quinta posizione in solo otto giri. Il secondo, dopo le qualifiche capolavoro in cui conquista la settima casella in griglia, scavalca Ocon e Magnussen, collocandosi nella quinta piazza che cederà all’alfiere Red Bull qualche giro più tardi.
    Lo scorrere dei giri sviluppa la solita fila indiana, con le solite quattro vetture nelle prime quattro posizioni. La Ferrari prova a mescolare le carte in tavola, a stravolgere quello che sembra un esito già scritto. Così nel corso del 14esimo giro, dopo una serie di giri a un ritmo più accentuato, Vettel rientra ai box, monta gomma soft e prova l’undercut nei confronti di Lewis Hamilton. Lewis rientra al 15esimo giro, uno dopo il rivale in rosso, anch’egli monta la gomma gialla, ma questa volta quando toglie il limitatore di velocità è troppo tardi, Seb lo ha superato. Il campione del mondo in carica si innervosisce, lo si capisce dai due “travesi” piazzati in uscita di curva 2 e di curva 4, ma non molla. Infatti Hamilton si incolla immediatamente agli scarichi della Ferrari di Vettel e al 16esimo giro si è già ripreso la sua posizione.
    Dopo la danza dei box, le posizioni sono un po’ mescolate, poiché Verstappen partito con gomma soft può permettersi di ritardare il suo ingresso ai box e pertanto si trova in prima posizione. Bottas, dopo un pit all’undicesimo giro, è ora secondo seguito da Hamilton, Vettel e Raikkonen.
    Alla 26esima tornata, si verifica l’evento che di li a poco alzerà una vera e propria polemica. Toto Wolf, ancora una volta, fa sentire la sua voce nelle cuffie di Bottas. Il Team Principal Mercedes, chiede al “secondo” pilota di cedere la posizione a Lewis Hamilton. Bottas sa di dover obbedire come tutte le altre volte, ma stavolta decide di farlo a modo suo. Per dimostrare che è lui a cedere la posizione ad Hamilton e quindi non è l’inglese a conquistarsela, decide di rallentare, quasi fermandosi, ripartendo solo dopo che il compagno di squadra lo ha superato.
    Toto Wolf, che si fa risentire ancora nelle sue cuffie, lo consola dicendogli: “Valtteri, lo so che è difficile. Ne Parliamo dopo!”
    L’evolversi della gara non offre un grande spettacolo, tranne per il tentativo di sorpasso non riuscito, da parte Hamilton nei confronti di Verstappen e, dopo il rientro ai box di quest’ultimo si assiste alla solita passerella di “The Ham” verso la vittoria.
    Al parco chiuso e sul podio, Hamilton è vistosamente in imbarazzo, tanto da cedere il trofeo del vincitore a Bottas. Quest’ultimo tuttavia, con estrema signorilità rifiuta, evitando di rendere ancor più ridicolo il week end.
    Gli eventi che hanno definito il risultato del GP di Sochi, pongono un velo si tristezza su questo sport, ma ad ogni modo i mondiali di F1, forse, si vincono anche così. Come in passato, già la Ferrari aveva fatto.