Ad infiammare il clima, già di per sé caldo, tra i vertici del governo giallo-verde ora sembra essere anche il decreto immigrazione. Se infatti la manovra economica non aveva creato sufficienti polemiche e tensioni anche con lestero (in particolare tra Roma e Bruxelles), ora il decreto fortemente voluto dal vicepremier Salvini, che andrà a regolare limmigrazione e laccoglienza nel Belpaese, rischia di mettere a dura prova la tenuta della maggioranza e di causare aspre tensioni tra lanima ortodossa del Movimento 5 Stelle e la Lega. “È in arrivo un mare di emendamenti da parte dei nostri. Cè qualcuno che vorrebbe riscrivere il decreto”, ha spiegato un esponente pentastellato del governo.
Dopo lok del Cdm e il vaglio del Quirinale, il provvedimento inizierà il suo iter al Senato. Ma il vero ostacolo è soprattutto quello che dovrà affrontare alla Camera, dove si preannuncia una vera e propria battaglia, con diversi parlamentari M5S sul piede di guerra, pronti a modificare il decreto Salvini con una raffica di emendamenti. “Eppure – sottolinea una fonte grillina del sottogoverno – sul decreto dignità la Lega non si è nemmeno sognata di presentare un emendamento soppressivo di alcun articolo…”.
Ma lala sinistra del M5S è decisa a non fare sconti. Nel mirino, oltre allabrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, anche la stretta sugli Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo.
“Da una approfondita lettura del testo e da un confronto con gli esperti del settore”, il decreto Salvini “ha criticità molto importanti – dice allAdnkronos la senatrice Elena Fattori -. Sono dellavviso che affrontare il tema complesso dellimmigrazione con un decreto sia un azzardo, ma sono fiduciosa che si darà la possibilità di modificare quelle parti che rischiano di creare tensioni sociali e potrebbero avere leffetto opposto minando la sicurezza degli italiani”.
Per la pentastellata “è da ripensare anche la stretta sugli Sprar, modalità di accoglienza virtuosa e sotto il controllo dei comuni, a lungo caldeggiata dal M5S”. Nel decreto Salvini “ci sono non poche criticità su cui bisognerà lavorare, aspetto di vedere la versione definitiva”, fa eco la collega deputata Gilda Sportiello.
Fonti del Viminale ieri hanno precisato che il testo del decreto “non ha subito alcuna modifica dopo lapprovazione del Consiglio dei ministri”. Il riferimento è alla nuova versione dellarticolo 10 del decreto, che prevede una rapida valutazione da parte della Commissione territoriale sulla sospensione della protezione internazionale del migrante in caso di condanna, mentre nelle varie bozze circolate nei giorni scorsi era prevista la sospensione automatica delliter, con lobbligo immediato per il richiedente di lasciare il territorio nazionale. Quella parte del provvedimento era finita sotto la lente di ingrandimento del Colle, che aveva prospettato dubbi sulla costituzionalità della norma.
Tra i 5 Stelle è destinato a creare divisioni anche il caso dellarresto del sindaco di Riace Domenico Lucano per favoreggiamento dellimmigrazione clandestina. Se da una parte il sottosegretario al ministero dellInterno Carlo Sibilia ricorre a parole dure (rilanciate dal Blog delle Stelle, sito ufficiale del Movimento) per dire che “il sistema dellaccoglienza targato Pd ha creato più indagati che integrati” e decretare la fine dellera “del business dellimmigrazione”, dallaltra si leva la voce di Sportiello, solidale con il sindaco calabrese.
“Riace, che resta per me un modello, ci ha insegnato che è possibile fare dellintegrazione e dellaccoglienza i valori portanti di un sistema inclusivo; che è possibile, laddove alcuni vedono soltanto un problema che si illudono di poter immediatamente fermare, creare opportunità per la società”, spiega la parlamentare, la quale aggiunge: “Non credo si possa parlare di business dellaccoglienza in un caso come questo, riconosciuto peraltro da più parti come esempio virtuoso. Credo che unampia riflessione vada avviata su cosa intendiamo per business quando parliamo di migranti, perché non sempre chi specula sulla loro pelle ha il denaro come guadagno”.
Sulla stessa lunghezza donda la senatrice Paola Nugnes. “La legge – afferma allAdnkronos – non sempre coincide con la giustizia, confondere le due cose è un errore enorme”.