Anche indirizzi e dati di utenti italiani sono stati venduti dai dipendenti infedeli di Amazon.
Ma veniamo alla storia, alcuni impiegati di Amazon davano informazioni personali degli utenti ai venditori in cambio di tangenti. E’ la grana privacy su cui sta investigando il colosso dell’eCommerce, secondo il Wall Street Journal. L’indagine è iniziata a maggio e riguarderebbe soprattutto la Cina, e poi altri paesi (tra cui l’Italia). Pagando cifre comprese tra gli 80 e i 2mila dollari, alcuni venditori avrebbero ottenuto dagli impiegati di Amazon dettagli sulle vendite e sul comportamento degli utenti. Secondo il Wsj, inoltre, alcuni impiegati con accesso privilegiato ai sistemi di gestione, hanno anche avuto la possibilità di eliminare le recensioni negative.
La pratica, che viola la policy aziendale, è risultata più radicata in Cina – fa notare la testata – vista la crescita esponenziale del settore a cui ha contribuito Alibaba, ma anche il basso salario degli impiegati che potrebbe spingere ad azioni di questo tipo. Un portavoce di Amazon ha confermato che l’azienda sta indagando sulla vicenda. E che ha messo a punto sistemi per gestire più severamente l’accesso ai dati da parte dei suoi clienti: “La violazione del nostro codice comporta sanzioni legali e penali, compreso il licenziamento” dicono i dirigenti Amazon.