Si definisce amareggiato, Enzo Moavero Milanesi. Il ministro degli Esteri – ospite del Circo Massimo di Radio Capital – ripercorre il caso che ha visto lItalia finire nel mirino dellONU. Etichettato come uno dei paesi più preoccupanti per il rispetto dei diritti umani, secondo le parole dellAlto Commissario, Michelle Bachelet. “Liniziativa dellONU dispiace: è impossibile capire perché una persona di recente nomina abbia iniziato immediatamente con una serie di critiche forti, credo che gli epiteti usati per lItalia non siano appropriati”.
Per il capo del ministero degli Esteri italiano amareggiante una posizione come quella presa ieri dal Commissario Onu Bachelet, che può portare a certe reazioni nel linguaggio politico, e se ci troviamo in unemarginazione infondata, sarebbe giusto dare un resoconto di esso “.
Le accuse di Bachelet riguardavano principalmente la sosta allingresso dei porti delle nostre navi delle ONG. Ieri il ministro dellInterno, Matteo Salvini, aveva pronunciato parole molto dure. Aveva detto che “lItalia non accetta lezioni da nessuno, per non parlare dellONU che si dimostra essere prevenuta, inutilmente costosa e non informata” e ha anche proposto la minaccia di una riduzione dei contributi allONU.
Naturalmente i toni di Moavero sono diversi: “Se dovessimo trovarci in marginalizzazioni infondate, sarebbe doloroso realizzarlo”.
Dallaltro fronte molto caldo, quello della Libia, Moavero sottolinea che lasse con il governo di Serraj rimane fermo – “parliamo con tutti in Libia, ma il nostro interlocutore di base rimane il governo di Serraj – ma si apre anche alluomo forte di Paese: “Ho incontrato Marshal Haftar, era da tempo in programma. In Libia cè una situazione difficile e complessa per diversi anni. Il nostro obiettivo, come lItalia, è cercare di riportare la stabilità in questa regione. In questo scenario, anche il maresciallo Haftar, per il suo ruolo in Cirenaica, rimane un interlocutore importante. “Proprio ieri, Moavero era a Bengasi per un incontro con Haftar.