“Bisogna dar merito all’Atalanta per una condizione strepitosa, andavano il doppio rispetto a noi. Abbiamo perso le distanze, se avessi potuto ne avrei cambiati 7-8 a fine primo tempo: eravamo troppo brutti per essere veri”. Così si è espresso il tecnico della Roma Eusebio Di Francesco dopo la pirotecnica partita che ha visto i giallorossi pareggiare in recupero 3-3 una partita che pure aveva visto il club di casa iniziare in discesa col leurogol di tacco di Pastore.
“Divento matto perché volevo più attenzione, invece negli ultimi dieci minuti sembrava una partita tra scapoli e ammogliati – ha detto il tecnico giallorosso, – Mi avveleno perché si può compromettere quanto di buono fatto”.
Chi è al centro di una bagarre e di una sorta di confusione tattica è peraltro colui che un gol lo aveva fatto, aprendo anche il valzer di quella che poteva essere una partita di tuttaltro tipo per i giallorossi. Pastore, con la sua magia di tacco, aveva brindato allesordio in casa con la maglia della Roma come meglio non si poteva aspettare, al pari dei tifosi. Eppure, quel gol non è servito se non a svegliare lAtalanta. La Dea ha letteralmente divorato i lupi, fino poi a crollare nel finale di fronte al plotone desecuzione dattacco che Di Fra ha messo in campo tutto insieme. Ma è la posizione di Pastore a lasciare dubbi. Trequartista, mezzala, ala sinistra? Cosa deve fare Pastore?
“Dopo il gol ci siamo rilassati, abbiamo lasciato a loro l’iniziativa e regalato il primo tempo: non dobbiamo farlo perché abbiamo giocatori dai piedi buoni, dobbiamo sempre essere noi i protagonisti Per fortuna quel gol è servito alla fine per il pareggio. Abbiamo regalato il primo tempo, nel secondo siamo usciti con un carattere e diverso e penso che avremmo potuto vincerla Giocare più avanti come nel secondo tempo? Sono decisioni che spettano all’allenatore. In Italia si fatica di più rispetto alla Francia, già in queste due partite ho corso di più”.