Nel caso Diciotti siamo davanti a violazioni macroscopiche. Come associazione stiamo cercando di entrare in contatto con questi migranti perché almeno siano consapevoli dei loro diritti”. A parlare in questi termini è Lorenzo Trucco, presidente dellAsgi, lAssociazione per gli studi giuridici sullimmigrazione, il quale trova assurdi diversi degli argomenti su cui si regge la attuale transitoria soluzione trovata dalle autorità.
Sul piano legale, per esempio, fa acqua la scelta della Cei di intervenire. Infatti, come dice Trucco la Cei non è uno Stato sovrano. Questi migranti sono sul territorio italiano. Certo la Chiesa può offrire unassistenza di tipo privatistico, come è già accaduto per i migranti arrivati con i corridoi umanitari. Ma queste persone restano sul territorio nazionale quindi possono presentare domanda e avere diritto di essere inseriti nel sistema pubblico di protezione, come tutti gli altri richiedenti”.
“Certo prosegue – la Convenzione di Dublino è sempre in vigore. E con quella bisogna fare i conti. Tra laltro i migranti della Diciotti sono in gran parte eritrei. E nel caso dellEritrea cè una percentuale di accoglimento della domanda di protezione molto alta, intorno al 70 per cento. Quindi possono sperare concretamente di ottenere la protezione internazionale”.
E poi cè lAlbania. Lintesa con Tirana secondo lui è extra-giuridica.
“Qui siamo fuori da qualsiasi piano giuridico. LAlbania non è nellUnione europea, quindi parliamo di un ricollocamento in un Paese terzo che non ha tutto quanto previsto dal sistema comune europeo di asilo. Vuol dire che non siamo certi che abbiano i requisiti richiesti per il riconoscimento della protezione. Quindi un trasferimento in questo Paese può avvenire solo se i migranti sono daccordo, mai contro la loro volontà. In quel caso sarebbe un allontanamento forzato. E poi cè il tema della scelta. Come sarà selezionato chi deve andare in Albania? È un teatro dellassurdo, un attacco al sistema dellasilo. Per fortuna cè stato lintervento della magistratura”.