Facebook: l’azienda perde 120 miliardi giornalmente per privacy

    Gli scandali che stanno coinvolgendo il colosso dei social stanno facendo perdere in borsa 20 miliardi al suo fondatore Zuckerberg e 120 mld ai suoi azionisti. All’apertura delle borse statunitensi Facebook ha perso ben il 18%, un dato che non si è mai verificato nel corso di un’unica azione di vendita dei titoli. Ad incidere sulla perdita c’è stato il saldo trimestrale calcolato a fine giugno che testimonia come i casi in cui è coinvolta l’azienda, relativi alla violazione dei dati sulla riservatezza, abbiano condizionato il trend in borsa. Ma a creare maggior perplessità per gli esperti è il bilancio della società, che ammonta a 13,2 miliardi di dollari, con un aumento “misero” di quarantadue punti percentuale. È il punto più basso toccato da Zuckerberg da tre anni a questa parte e la borsa americana non ha aspettato nemmeno un momento a vendere i suoi titoli aziendali. I vertici dell’azienda hanno dichiarato che la vendita proseguirà fino a quando i conti non saranno a posto; una previsione che non si prospetta in fase di miglioramento fino al termine del 2018.Ma lo scandalo della violazione della privacy ha provocato ingenti danni nel vecchio continente, portando ad una diminuzione, seppur lieve del’1%, degli iscritti a Facebook tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Ma il fenomeno di chi si dis-iscrive dal social media ha riguardato un’pò tutte le parti del Globo, complice anche i casi dell’alterazione dei voti per far vincere Trump in America e quello che ha riguardato la Cambridge Analytica. Neanche le scuse del suo Ceo davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti, sono bastate per risollevare la situazione. Ma a parte questo, gli iscritti al social media rimangono numerosissimi, quasi 3 miliardi in tutto il mondo, con un aumento dell’11% dal 2017. Ma il successo di Facebook non dipende tanto dalle iscrizioni, ma dai ratings corrispondenti alle preferenze dei suoi utilizzatori, terreno fertile per ricerche di mercato e pubblicità. Ma Facebook ed Ue hanno siglato un raccordo sul limite dei dati che si possono attingere e su quali possono essere messi alla disposizione di tutti. L’azienda non ha aspettato nemmeno un secondo ad attuare le nuove normative europee, mettendole in atto per tutte le sue operazioni. Una scelta che rivedrebbe i contratti stipulati con i vari inserzionisti. Sullo sviluppo della società pesano anche le spese effettuate, soprattutto riguardanti il terreno occupazionale sul terreno del monitoraggio web e della battaglia per bloccare le false notizie che circolano sulla rete. Gli stipendiati da Facebook sono cresciuti quasi del 50% in un anno e hanno sfiorato le 30 mila assunzioni. Per incrementare i profitti ed essere più competitiva rispetto ai suoi concorrenti, l’azienda Menlo Park ha annunciato investimenti nel campo della robotica e della virtual reality, oltre a proseguire ad immetere denaro nei video e nei social partner come Instagram.