Dopo lo scandalo della Carige (cassa risparmio di Genova) ben altre otto banche di medie e piccole dimensioni sarebbero a rischio di saltare, e per varie motivazioni (dagli insoluti agli investimenti poco oculati passando dallinottemperanza a obblighi europei e varie normative Basilea). Se la notizia spaventa i risparmiatori italiani, di contro permette al “falco” di Berlino Wolfgang Schauble (banchiere, già ministro delle Finanze della Merkel e oggi presidente del Bundestag) di tornare ad invocare procedure fallimentari contro lItalia, il tanto ventilato default. Intanto le associazioni dei rispariatori di tre banche (Carige, Carife e popolare di Vicenza) stanno tentando insieme di fronteggiare lo spettro dellazzeramento dei risparmi. Amici di Carife e Risparmiatori Azzerati Carife sono state le prime associazioni a presagire che nemmeno un euro sarebbe stato restituito ai risparmiatori, soprattutto che i titoli venduti con linganno della consulenza finanziaria sarebbero risultati soldi bruciati dal sistema bancario.
Tempi cupi anche per gli investitori di Poste Italiane, e dopo la segnalazione allAntitrust sulloperazione “il capitale cresce nel tempo”: infatti la pubblicità ingannevole di Poste occulta gli “oneri fiscali” per evitare che il risparmiatore non saccorga che non cè guadagno, anzi il gruzzolo viene scientificamente eroso.
Per giunta anche quando gli investimenti vanno a buon fine ed i risparmi sono garantiti, il sistema di norme dopo la Basilea 3 non permette che il denaro sia sempre disponibile per chi lo deposita. Di fatto i risparmi degli italiani sono a disposizione dei “grandi investitori istituzionali”. Ecco che nemmeno i libretti ed i buoni postali garantiscono più il risparmiatore: il tasso nominale annuo di un libretto ordinario è sceso sotto 0,01% lordo e viene colpito da ritenuta fiscale del 26% e da unimposta di bollo annua di 34,20 euro. Ne deriva che un terzo dei risparmiatori italiani, per evitare truffe bancarie e bugie postali, ormai opta per il “paradiso domestico”, lantica ricetta dei “soldi sotto il mattone”.