Il ministro dellEconomia Giovanni Tria vede che lItalia, pur subendo ancora rallentamenti nella produzione industriale e nel campo delle esportazioni, mostra dei piccoli segnali incoraggianti. Ma, affinchè il Pil torni a salire in maniera costante, la strada da percorrere è ancora lunga. Alcuni degli ostacoli che frenano la crescita vi sono i dazi imposti da Cina e Stati Uniti che non solo frenano le esportazioni italiane, ma anche quelle dellintera Unione Europea. Il ministro Tria è consapevole che per rispondere agli shock esogeni bisogna attivare fattori endogeni di crescita economica. Uno di questi fattori è il piano di politica economica stabilito nel contratto di governo. Pur non entrando nel dettaglio, Tria spiega quali sono i tre target principali stabiliti nel piano. Il primo riguarda una riforma delle imposte che, gradualmente, riduca il cuneo fiscale su famiglie imprese. Il secondo aspetto riguarda la lotta alla povertà con politiche che mirino a migliore le politiche del lavoro. Il terzo e ultimo target riguarda le opere pubbliche, con uno snellimento della burocrazia ed eliminazione di falle nel sistema organizzativo. Tria poi assicura che gli impegni per tentare di ridurre il debito pubblico saranno rispettati, ma non rispettando semplicemente le direttive europee. Lintento del ministro è quello di riabilitare limmagine dellItalia a livello internazionale, facendo nuovamente da attrattiva per capitali nazionali ed esteri.