La vicinanza del G7 e il pericolo di un accentuazione della cosiddetta guerra dei dazi: due tematiche che sembrano pesare abbastanza nelle recenti aperture dei listi in tutta Europa, con Milano che continua a apparire in calo di potere rispetto a Francoforte, e indici in caduta che lasciano piuttosto preoccupati gli analisti di settore.
Attualmente tra i titoli principali in calo cè Fca (-1,7%), mentre Intesa cede un punto percentuale. La recente tenuta di Tim e Mediaset con abbassamento oltre la media dei punti percentuali, pari ai trend di Unicredit ed Eni, non lasciano comunque una immagine di generale salute dei listini.
Nel paniere a elevata capitalizzazione cresce intanto Saipem, con un rialzo dell1,4%.
E si registra anche una forte pressione sui Btp: lo Spread sulla scadenza decennale sfiora i 270 punti base (267) da 255 della chiusura di ieri, con un rendimento del Btp al 3,01%. Spread in rialzo anche sul due anni, a 221 punti base a fronte di un rendimento del titolo italiano dell1,56%. “Questo spread che sta crescendo è preoccupante per la Repubblica italiana perchè in precedenza viaggiava in una direzione di maggiore benessere per tutti e lo spread è una tassa che lItalia paga sui mercati internazionali”. Lo dichiara il presidente Abi Antonio Patuelli al convegno Acri secondo cui “più lo spread cresce più si impoverisce lItalia e più cresce li spread e più si complica la vita alle banche” con riflessi sui loro indicatori patrimoniali.
“Più debole è la moneta più alti sono i tassi, non dobbiamo cullarci che tutte le colpe siano dellEuropa”, ha aggiunto ricordando come lItalia non vanti “una storia virtuosa” su debito e deficit e che “nonostante i rialzi di questi giorni i tassi sono infimi” grazie allappartenenza alleuro. “I tassi con la lira agli inizi degli anni 80 erano al 19,5%, era una moneta debole” ha aggiunto.