Un campione che non si ferma mai. Un leader, un esempio. Lo squalo vince e non è esagerato parlare di capolavoro, di impresa memorabile. Vincenzo è uno dei 6 atleti della storia ad avere vinto tutti e tre i grandi giri, a cui fino a oggi associava due Lombardia, quanto a classiche monumento. Alla Sanremo era arrivato sul podio nel 2012: terzo dietro a Gerrans e Cancellara. Questa volta, alla decima partecipazione, era arrivato un po a fari spenti: più avanti i veri obiettivi stagionali, come la Liegi-Bastogne-Liegi, il Tour, il Mondiale. Eppure Nibali è stato perfetto: la corsa si è svolta in maniera classica, con una lunga fuga durata 230 chilometri, e qualche caduta (in particolare quella di Cavendish, che ha centrato uno spartitraffico). Poi il 33enne siciliano della Bahrain-Merida ha attaccato nel punto forse più semplice del Poggio. Ha scollinato con 12, Trentin si è gettato al suo inseguimento senza successo, mentre neppure i grandi favoriti della vigilia Sagan e Kwiatkowski hanno potuto niente nei confronti dello Squalo. La volata dei battuti lha conquistata Ewan, secondo. Poi Demare, re nel 2016. Ma Vincenzo Nibali stava già festeggiando unimpresa storica. Un italiano non vinceva la Sanremo dai tempi di Pozzato (2006). Cè voluto Nibali. Ancora lui. Sempre lui.