TENSIONE A MILANO PER IL COMIZIO DI CASAPOUND. MARONI DISERTA LA LEGA. A ROMA TUTTO LISCIO

    Era purtroppo inevitabile: con Casapound da una parte, e la Lega da un’altra, come api attratte dai fiori, i ’soliti’ disturbatori ne hanno approfittato per far valere le loro ’ragioni’ sfruttando il corteo antifascista in scena oggi a Milano. Ancora una volta encomiabile l’operato delle forze dell’ordine, che con sangue freddo sono riuscite a mantenere l’ordine e la sicurezza, limitandosi ’smorzare’ gli animi e senza farsi trascinare nei tafferugli e nei violenti scontri, come forse qualcuno aveva sperato accadesse. Tuttavia di ’incontri ravvicinati’ ce ne sono stati, come quando, tra Largo La Foppa e via Volta, alcuni manifestanti hanno tentato di forzare il cordone di agenti i quali, bersagliati dai lanci di bottiglie bombe carta, sono stati costretti a replicare con cariche leggere e lanci di lacrimogeni. Era andata molto meglio al mattino quando, circa una trentina di studenti, si erano radunati intorno – e sopra – il monumento di Piazza Cairoli, in segno di protesta contro il presidio di Casapound, ma anche qui la polizia non ha faticato per sgomberarli. Prendendo la parole dal palco posizionato davanti al Castello Sforzesco, il candidato premier di Casapound, Simone Di Stefano, ha commentato: ’’Sono dispiaciuto per il disagio creato da altri, non certo da noi che facciamo la nostra campagna elettorale perché decine di migliaia di italiani ci hanno concesso questo diritto ponendo la firma sulle nostre liste’. Non abbiamo assolutamente intenzione di cadere nel loro tranello. Rifiutiamo logica opposti estremismi. Non ce ne frega niente della loro guerra civile. Non vogliamo uno stato totalitario, difendiamo a spada tratta la Costituzione, vogliamo governare seguendo le regole”. Poco intanto iniziava a muoversi il corteodei leghisti, che si sarebbe poi concluso in piazza Duomo con un comizio del segretario Matteo Salvini. Avvicinato dai giornalisti nell’attesa di rivolgersi poi ai milanesi, il leader del Carroccio ha affermato che “Il 4 marzo sarà premiata la forza e il coraggio della Lega che sarà la prima forza del centrodestra, ne sono sicuro. E sarà garanzia di lealtà e coerenza. Noi non tradiamo, mai e poi mai governeremo con altri che non siano la nostra squadra. Non l’abbiamo mai fatto in passato un governo minestrone”. Per la cronaca, a parte i governatore veneto Zaia – con tanto di bandiera ’locale’ al seguito – e l’ex ministro Roberto Calderoli, notata invece l’assenza del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. E’ filato invece tutto liscio nella capitale, dove si temevano tafferugli in occasione della manifestazione nazionale antifascista, per l’eventuale infiltrazione di qualche gruppo antagonista. Ha invece funzionato alla grande il cordone di agenti dispiegati, così come – complice anche la fastidiosa pioggia – la ’sicurezza’ interna ai Cobas. Da Renzi a Gentiloni al fianco all’Anpi, con ’finalone’ in piazza sulle note di ’Bella Ciao’. Serena anche l’iniziativa di Giorgia Meloni all’Esquilino, così come i sit-in dei No tax. Stesso copione a Ponte Galeria.
    M.