Siamo in campagna elettorale e, come è giusto che sia,. ciascuno candidato si da da fare per ’raggiungere’ quanti più papabili elettori possibili. Fra i tanti, si distingue la ’lettera’ che il premier Gentiloni ha inviato a diversi cittadini romani (“Caro…, sarò candidato alla Camera nel collegio Roma 1, dove lei risiede, e le chiedo di scegliermi come suo rappresentante in Parlamento, le chiedo di darmi fiducia”), raccontando ’chi è’ e cosa ha ’fatto di buono’ per il Paese negli ultimi anni: “come lei sa da oltre un anno ho la responsabilità di guidare il governo”, e al Pd – “sono stato uno dei fondatori del Partito democratico” – Abito qui da una vita, quasi sessant’anni, e dunque mi candido per dare una mano alla mia città. Ho lavorato per sette anni al comune di Roma. L’Italia sta lasciandosi alle spalle la crisi più grave dal dopoguerra. Ma c’è ancora tanto da fare; nessun trionfalismo e soprattutto guai a buttar via i primi risultati ottenuti col sacrificio degli italiani”. E come ogni buon candidato, anche Gentiloni si congeda con l’immancabile promessa: “Se sarò eletto, potrà contare su di me”.
M.