“Confido che in Catalogna si apra ora una fase basata sul dialogo e non sullo scontro e sull’unilateralità. Mi interfaccerò con Arrimadas che ha vinto elezioni”. “Serve un dialogo costruttivo, realista e aperto”. Avvertendo però che, “non accetterò che sia calpestata la Costituzione spagnola”, il premier spagnolo Mariano Rajoy si dichiara disposto ad avviare un dialogo con gli indipendentisti ma, precisa, non con Puigdemont. Perché, spiega ancora Rajoy, “I risultati del voto ci fanno capire che nessuno può parlare a nome della Catalogna, è evidente che la Catalogna è pluralista”, non è un blocco monolitico ma eterogeneo, ci vorrà del tempo per ricomporre la frattura. Ora tocca ai partiti offrire ai catalani le soluzioni di governabilità richieste dalla società, Madrid offrirà la sua collaborazione nell’ambito della legge”, anche perché, ha precisato ancora il leader spagnolo, senza il l’apporto dell’azione di un governo responsabile, non potranno certo tornare di qui a breve imprese ed investimenti, e né “potranno essere creati nuovi posti di lavoro”. Dunque una presa di posizione, dichiarazioni, quelle rilasciate nel pomeriggio dal premier di Madrid, che stoppano totalmente quanto affermato in mattinata da Charles Puiggemont il quale, nel corso di una conferenza stampa convocata da Bruxelles, aveva commento il successo elettorale catalano affermando: “Sono disposto a incontrare Mariano Rajoy qui a Bruxelles o in qualsiasi altro posto, ma non in Spagna, perché dobbiamo iniziare questa nuova fase con soluzioni politiche e non giudiziarie, non con l’oppressione. La formula di Rajoy è fallita – aveva sottlineato il leader della Generalit – non ci siamo fatti intimorire, abbiamo votato per l’indipendenza, l’articolo 155 è fallito. Ora bisogna correggere l’ingiustizia e fare in modo che la Spagna non prenda più decisioni al posto nostro. La proposta a Rajoy è una proposta sincera e in buona fede. Quello che conviene ora è il dialogo e la politica – aveva aggiunto ancora Puidgemont – come minimo ci siamo conquistati il diritto di essere ascoltati. In Catalogna c’è una maggioranza indipendentista che vuole tornare a legittimare il governo. Gli oltre due milioni di voti indipendentisti non sono un ologramma, sono reali”.
M.