Una decisione grave, quella intrapresa dalll’Ucis (l’Ufficio centrale interforze per la sicurezza) che, in coordinamento con le Prefetture di Roma e Ancona, ha reso noto di aver assegnato la scorta al leader Fim Marco Bentivogli, vittima da diversi mesi di ripetute intimidazioni – attravero i social, telefonicamente, o tramite messaggi – e, soprattutto, minacce di morte. Ricordiamo che tra i sindacalisti sotto scorta, figurano anche i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Il segretario generale delle tute blu della Cisl, in poche parole ’pagherebbe’ la sua posizione in merito alla trattativa sull’Ilva, sul capitolo Fiat, fino al recente suo tweet sull’alternanza scuola lavoro, che ha suo malgrado scatenato reazioni durissime, culminate con la minaccia: “ti spareremo al cuore”. Come ha riferito Bentivogli all’genzia di stampa Adnkronos, Il clima di rancore e odio sta coltivando il germe di una violenza diffusa a cui occorre mettere argine. Sono saltati i freni al senso di responsabilità che dovrebbe essere la precondizione di qualsiasi dibattito pubblico. E ciò avviene quotidianamente per opera di anonimi e di personalità che hanno perso il senso del limite e danno fuoco alle polveri di chi non ha mai smaltito i fondi di bottiglia dellestremismo ideologico populista. Bentivogli accusa quindi il “fanatismo populista che si è ben saldato con lestremismo di matrice ideologica. E inaccettabile che chi combatte per modernizzare il paese a partire dal sindacato stesso, ritrovi ancora oggi un fronte compatto di reazione di tutti coloro che vogliono riportare indietro le lancette dellorologio della storia”, conclude.
M.