A ridosso del Natale, come in coincidenza delle altre ricorrenze festive che implicano determinate ’usanze’ alimentari, puntualmente si riaccendono i fari sui cruenti e discutibili sistemi di macellazione del bestiame destinato a finire sulle tavole delle famiglie italiane. Sotto la lente di Animal Equality, ecco il ’violento’ sistema di macellazione che, in barba alla normativa europea – regolamento CE 1099/2009 – secondo cui (anche per implicazioni etico-religiose), prima di ucciderli e macellarli è previsto lo stordirmento degli animali, viene puntualmente eluso. Va comunque premesso che in Italia vi sono circa 200 ’mattatoi’, e quindi ciò non significa che in ciascuno di essi il modus operandi sia uguale per tutti. Tuttavia, diffondendo un video girato con telecamere nascoste all’interno di un ’macello degli orrori’ viterbese, Animal Equality denuncia “che i macelli a cui è concessa tale deroga tendano ad abusarne in modo scellerato, causando agli animali inutili e protratte sofferenze”. E le immagini, forti, non lasciano dubbi circa le atroci sofferenze alle quali vengono sottoposti gli agnelli: presi a calci e pugni e terrorizzati da urla e parolacce, vengono prima appesi ai ganci e quindi sgozzati ancora coscienti. Dunque altro che sordimento per addolcirne l’orribile fine, in questo caso ci troviamo all’interno di una bolgia infernale. Per questo motivo, temendo che simili scene rappresentino il quotidiano di altri macelli italiani, Animal Equality lancia una petizione online rivolta al Parlamento italiano e ai Ministri delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e della Salute, Beatrice Lorenzin, affinché vengano intensificati i controlli. Anche perché, argomento controverso ma a nostro avviso ’interessante’, esiste una corposa letteratura sulla pessima resa qualitativa delle carni macellate violentemente (e dunque con i vasi sanguigni irrorati dall’adrenalina), rispetto a quelle uccise in modo ’morbido.
M.