Come in un film di Frank Capra, con il Natale alle porte, a restituire speranza ai dipendenti della storica fabbrica dolciaria Melegatti, i 6 milioni di euro giunti dal fondo maltese a restituire un po di ossigeno alla crisi finanziaria dellazienda veronese. Oltretutto, anche la campagna social che ha contribuito alla vendita di ben un milione e mezzo tra pandori e panettoni. Ma purtroppo, per la fabbrica creata nel 1894, da Domenico Melegatti (linventore del che inventò la ricetta del pandoro), si paventa comunque il ritorno della cassa integrazione. Come spiega la segretaria della Flai Cgil di Verona, Paola Salvi, “Il primo obiettivo di un milione e mezzo è stato raggiunto, ma per ci vuole ancora un po’ per uscire dal tunnel”. Voci interne alla fabbrica dolciaria annunciano però che “la Direzione ha già pronto il piano di Pasqua, che partirà però dopo l’Epifania”. Dunque si arriverà a uno stop senza sorpresa: “Da mercoledì alcuni lavoratori non saranno più impegnati e non hanno più ferie, che hanno usato nei due mesi in cui l’azienda è stata chiusa, quindi, si aprirà una cassa integrazione per qualche settimana per poi partire con la produzione di Pasqua. I soldi verranno anche anticipati senza dover attendere i tempi tecnici dell’Inps. Non è stata una sorpresa. Natale è andato bene, ’l’affetto è stato straordinario’, ora non ci abbandonate”. Quindi, allo stato dei fatti, 300 dipendenti, 90 fissi e gli altri stagionali, dovranno aspettare almeno fino a dopo Pasqua. La la Flai-Cgil spiega che “Gli stipendi pregressi, maturati fino al mese scorso, sono bloccati per la procedura del Tribunale come tutti i crediti. Con la partenza della produzione, il 7 di dicembre è stato pagato lo stipendio di novembre e il rateo della tredicesima, e il 25% di quello di dicembre. Attendiamo questa settimana l’altro quarto dell’assegno. Stiamo andando a step perché si può pagare rispetto alla produzione e al lavoro che si fa, siamo infatti sotto il controllo del tribunale”. Va ricordato che lo scorso 7 novembre è stata infatti depositata la proposta di ristrutturazione del debito, e solo la prossima primavera sarà possibile capire se i creditori accetteranno il piano di rientro e si saprà, solo allora, se la favola social dei lavoratori Melegatti avrà il meritato lieto fine.
M.