All’indomani del clamoroso annuncio da parte di Trump, di riconoscere Gerusalemme quale capitale d’Israele, c’è attesa e grande fermento per la riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza di domani. Convocata da quattro paesi europei, due sudamericani e due africani (Francia, Bolivia, Egitto, Italia, Senegal, Svezia, Gran Bretagna e Uruguay), l’Assemblea, che avrà luogo a New York, avrà al centro della discussione e degli interventi proprio la decisione del Capo della Casa Bianca, a seguito della quale è stato chiesto un intervento di Antonio Guterres, segretario generale. Sale intanto la tensione in Terra Santa. Ieri gli estremisti di Hamas hanno invocato una nuova intifada e, parlando del presidente Usa, Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas ha affermato che “si pentirà della sua decisione”, invitando quindi i palestinesi a “lanciare un’intifada generale contro l’occupazione israeliana e contro l’ultima decisione americana.In cima alle nostre priorità come palestinesi vi è oggi quella di uscire dal processo di Oslo, poiché la decisione americana lo seppellisce per sempre”. E mentre è sciopero generale in tutti i territori palestinesi in segno di protesta, la sicurezza israeliana ha annunciato lo stato di massima allerta, e l’esercito ha rinforzato le aree che confinano con i palestinesi. Tuttavia, inevitabilemte, i militi di Tel Aviv ed i contestatori sono giunti al contatto fisico nei pressi di Khan Younes, nella Striscia di Gaza dove, ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa, i soldati israeliani avrebbero aperto il fuoco e lanciato lacrimogeni per disperdere una protesta. Non si registramo vittime ma alcuni feriti, soprattutto intossicati dai gas.
M.