“Incoraggio sempre le persone a riflettere sul fatto che bisogna cambiare il mondo, non solo il nostro guardaroba”. Intervista alla giornalista Tansy Hoskins.
“Sono riuscita a scrivere questo libro solo perché credo che la moda sia davvero qualcosa di splendido e affascinante ma al tempo stesso terribile”. Tansy Hoskins, scrittrice e giornalista, esperta di diritti del lavoro e politiche dell’industria della moda, punta il dito contro il capitalismo nel suo libro
“The anti-capitalist book of fashion“ – Il libro della moda anticapitalista, tradotto in italiano da Il Saggiatore.
L’autrice mette in luce le verità nascoste nei nostri vestiti, compresi quelli comunemente definiti “firmati”. Il libro supera l’idea della responsabilità del singolo: è il sistema che va rimodellato. Viviamo in un mondo che ci invoglia a consumare di più, manipolandoci, mentre i lavoratori del settore dell’abbigliamento hanno salari al limite della povertà e rischiano la vita.
Nel saggio della Hoskins le pagine iniziali sono dedicate, non a caso, alla tragedia del Rana Plaza, in Bangladesh, nel 2013, dove più di mille persone rimasero uccise nel crollo di una fabbrica. L’elevato numero di vittime del crollo dipese non solo alla mancanza di misure di sicurezza, ma anche ai salari bassi e alla mancanza di una rappresentanza sindacale.
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“A questo punto della crisi climatica le soluzioni individuali non sono abbastanza. Tutti potremmo sostituire le nostre lampadine con alternative più sostenibili, oppure comprare di seconda mano, ma non sarà questo a fare la differenza. – spiega a TeleAmbiente l’autrice del libro Tansy Hoskins – Senza un cambiamento drastico non riusciremo a mantenere il riscaldamento sotto gli 1,5 gradi. Incoraggio sempre le persone a riflettere sul fatto che bisogna cambiare il mondo, non solo il nostro guardaroba“.
Come combattere il capitalismo, la sovraproduzione e il fast fashion?
“Credo che per sistemare l’industria della moda sia necessario sistemare l’intera società. – spiega la giornalista Hoskins – L’industria della moda produce 100 miliardi di capi all’anno e quella delle calzature ne produce circa 24 miliardi. In qualsiasi modo la si guarda non è un’industria basata sulle necessità. È importante opporsi a questo tipo d’industria per cominciare a produrre in base alle necessità e non all’avidità, come accade oggi“.
E aggiunge: “È un problema sistemico molto grande ma è importante che le persone capiscano che ciò cambierà, in un modo o nell’altro. Cambierà a causa della crisi climatica, quando le filiere produttive imploderanno e la produzione su così ampia scala sarà impossibile, noi tutti finiremo a vivere in una sorta di enorme discarica, rovistando tra i rifiuti alla ricerca di scarpe e vestiti. Oppure cambierà grazie a noi, rendendola sostenibile, riportandola nei limiti che il pianeta può sostenere, assicurando alle persone che ci lavorano i loro diritti e un salario dignitoso. Quindi, l’industria della moda è destinata a cambiare e siamo proprio noi, che viviamo questo momento storico, a scegliere come cambierà”.
L’articolo “Il libro della moda anticapitalista” di Tansy Hoskins. Le verità nascoste nei nostri vestiti proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.