Come promesso, lui, ha mantenuto la parola, e ieri sera si è sottoposto al fuoco di domande di Floris, ospite di ’diMartedì’, su La7. In una ’carrellata’ che ha in qualche modo investuto in ttoto l’attuale situazione politica e non, prima Matteo Renzi ’liquida’ l’assenza dello sfidante televisivo ( “Mi dispiace che non ci sia Di Maio perché lo aveva chiesto lui. E’ come quel compagno di classe che ti dice ’ti aspetto fuori’, poi suona la campanella, esci e non c’è nessuno. Non è un modo serio”, poi entra nel vico della questione replicando a Floris che tenta d’imbeccarlo fin da subito domandandogli chi potrebbe essere un candidato premier a Palazzo Chigi alternativo al suo: “Non ho l’ansia di tornare a Palazzo Chigi – premette subito Renzi – Chi sarà il premier? E’ un dibattito sterile, perché il potenziale premier lo decide il Parlamento e il presidente della Repubblica che dà un incarico. Ce ne sono tanti, uno forse, se ne è accorto, è a Palazzo Chigi, Paolo Gentiloni, e non è arrivato lì per caso”. Quanto poi al decantato flop alle regionali siciliane, anche qui il segretario del Pd ha le idee chiare: “Questa storia che il Pd ha perso… Sì, abbiamo perso in Sicilia, ma lo dite che nei sondaggi il Pd è il doppio di Forza Italia?”. E a chi gli critica di non essersi speso abbastanza nella circostanza replica che “Quando si tratta di elezioni amministrative, locali, regionali io cerco sempre di non mettere il mio volto al posto di quello del candidato”. Poi il Pd. Innegabili i diffusi ’mal di pancia’ che affligono i senatori, e Renzi va subito al cuore della quastione: “D’Alema o Bersani non mi vogliono? Non mi hanno messo loro qui, ma due milioni di voti”. Quanto a D’Alema poi, “Dice che io mi devo dare fuoco in piazza? Qual è la sua proposta ? Siccome hanno scelto un altro partito, ognuno pensi al proprio partito. Lì dove io sono non mi ci ha messo lei Floris o Bersani o D’Alema né mi ci sono messo io da solo, ma i due milioni alle primarie”. Allora Floris ’allarga’ l’orrizzonte domandando se sia lui l’uomo giusto per vincere: “Glielo dico il giorno dopo le elezioni politiche – risponde il segretario – il giudizio sul Pd si dà alle elezioni politiche”. L’eventuale vittoria, sottolinea, sarebbe la conseguenza per “quanto fatto nei precedenti anni di governo”, non ultimo l’incremeno dell’occupazion: “Ci sono 986mila posti di lavoro in più. Di questi il 71% a tempo indeterminato”. E ancora, “Sulle coalizioni e sui collegi vedremo come andrà a finire, ma la mia opinione è che il Pd sarà il primo gruppo parlamentare e che il centrodestra si spaccherà il giorno dopo”. Ma quando le elezioni? “Quando decide il presidente della Repubblica. Io avrei votato prima, avrei votato durante quest’anno, a giugno”, risponde ancora l’ex premier il quale, concludendo, tiene a puntualizzare che, a proposito di Bankitalia, “Se fossi stato il presidente del Consiglio, avrei cambiato il governatore della Banca d’Italia, ma ho molto rispetto per Paolo Gentiloni. Non abbiamo chiesto le dimissioni di Visco, abbiamo detto che il giudizio su Bankitalia era negativo. II presidente del Consiglio ha scelto, io sono rispettoso”.
M.