CIVITAVECCHIA – Lo Spresal della Asl Roma 4 forma 50 operatori per la gestione in sicurezza del ciclo crociere. Giornata di formazione quella organizzata dal servizio Spresal della Asl Roma 4 presso il terminal crocieristico del porto di Civitavecchia a cui hanno partecipato 50 operatori interessati a vario titolo nella prevenzione dei rischi del complesso ciclo della gestione delle attività portuali. «È stato un momento per fare il punto – ha dichiarato il direttore Spresal ASL Roma 4, Angelo Sacco – sui rischi interferenziali, legati alla movimentazione dei bagagli e dei passeggeri, e a quelli connessi agli eventi metereologici avversi, scatenati dai cambiamenti climatici, con i quali sempre più spesso gli operatori di sicurezza si trovano a confrontarsi». La mattina è stata dedicata alla formazione frontale con interventi su diversi argomenti: gestione delle interferenze durante le operazioni di sbarco/imbarco e rifornimento di merci e provviste (Ingegner Glauco Cozzi Roma Cruise Terminal), prevenzione dei rischi da temperature estreme in ambito portuale (dottor Angelo Sacco Direttore Spresal Asl Roma 4), rischi professionali nel ciclo bagagli nel Terminal crociere Asl Roma 4 (Tecnico della Prevenzione dottor Valerio Guida Tecnico della Prevenzione Asl Roma 4), sicurezza, vigilanza e controllo delle operazioni portuali (dottor Lelio Matteuzzi Autorità di Sistema Portuale MTCS). Nel pomeriggio si è passati alla fase pratica e i partecipanti potranno osservare le operazioni che si svolgono sulle diverse banchine e comprendere così la gestione delle attività dei terminal. Un corso «importante – ha spiegato il responsabile scientifico del corso dottor Giordano Ritti – perché civitavecchia è il porto che transita più passeggeri in Italia ed è il secondo in Europa. Con 3,5 milioni di passeggeri la gestione della sicurezza del ciclo portuale è molto importante». Come spiegava nei giorni scorsi Ritti infatti: «La possibilità di poter osservare da vicino le diverse operazioni permette di conoscere meglio le varie fasi di lavorazione e quindi l’intero ciclo, e prevedere meglio eventuali rischi diretti o correlati. Questo approccio proattivo non solo migliora la sicurezza individuale, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più sicuro per tutti, riducendo gli incidenti e promuovendo una cultura della prevenzione». ©RIPRODUZIONE RISERVATA |