La Protezione Civile rischia di diventare un caso politico in quanto alcuni suoi aspetti potrebbero non essere del tutto assimilabili e ricompresi nell’Autonomia. Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci lo aveva detto già al ministro Roberto Calderoli il 27 settembre in una lettera in cui chiariva la questione.
Temi in parte ribaditi sulle pagine di Repubblica: “La Protezione civile è già un sistema fortemente integrato con le Regioni, altra cosa è lo standard minimo di sicurezza del territorio e dell’incolumità delle persone, che non può essere delegabile”.
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Musumeci spiega che, in materia di Protezione civile, “le richieste delle Regioni appaiono recepibili, come ho già formalizzato al collega Calderoli; su altri serve un approfondimento” e chiarisce: “Sono convinto sostenitore dell’Autonomia differenziata, ma a mio parere, come più volte dichiarato, va applicata contestualmente e non a rate”, è convinto l’esponente di Fdi.
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Le parole del ministro hanno suscitato reazioni nella maggioranza, specie nella Lega che fa quadrato sul provvedimento e ad esempio nel governatore veneto Luca Zaia: “Posso capire la difesa del presidio, ma non è contemplabile il fatto che si dica a priori che non si tratta. Stiamo parlando della Protezione civile una materia concorrente in parte già in pancia alle Regioni, c’è qualche aggiustamento da fare ma nell’interesse dei cittadini”.
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