Nel 2023, il numero di avvocati iscritti alla Cassa Forense in Italia ha subito una diminuzione significativa dell’1,8%, corrispondente a circa 4.000 professionisti in meno rispetto all’anno precedente. Questo calo è stato particolarmente pronunciato nel Sud Italia, con la Calabria (-4,8%) e la Basilicata (-4,7%) che hanno registrato le riduzioni più rilevanti. Al contrario, alcune regioni come la Lombardia hanno visto un leggero aumento degli iscritti. Questo trend riflette una serie di dinamiche economiche e sociali che stanno influenzando la professione legale nel Paese.
Il calo del numero di avvocati in Italia è stato quindi particolarmente marcato nelle regioni meridionali. La Calabria ha registrato una diminuzione del 4,8% degli iscritti alla Cassa Forense, seguita dalla Basilicata con un calo del 4,7%. Altre regioni come la Puglia (-4,1%) e il Molise (-4,0%) hanno visto anch’esse significative riduzioni nel numero di avvocati attivi. La Sicilia ha registrato una diminuzione del 3,6%, con quasi 800 avvocati in meno rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la saturazione del mercato legale, la difficoltà nel trovare clienti e il trasferimento di molti professionisti verso altre regioni o altre professioni.
A livello di distretti giudiziari, i dati riflettono una tendenza simile: Catanzaro ha registrato un calo del 4,6%, Palermo del 4,4% e Caltanissetta del 4,1%. Questi numeri indicano una riduzione complessiva del numero di avvocati attivi nelle aree tradizionalmente più sature di legali, evidenziando una possibile necessità di ristrutturazione del mercato legale in queste zone.
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L’aumento delle cancellazioni rispetto alle nuove iscrizioni ha giocato un ruolo cruciale nella diminuzione complessiva del numero di avvocati in Italia. Nel 2023, la Cassa Forense ha registrato 6.393 nuove iscrizioni a fronte di 8.043 cancellazioni, un saldo negativo che ha contribuito al calo complessivo. Questa tendenza negativa ha influenzato la densità di avvocati in Italia, scesa a 4 avvocati ogni 1.000 abitanti nel 2023, rispetto ai 4,1 del 2022.
La riduzione del numero di avvocati è anche legata a fattori economici. Il calo degli iscritti nelle regioni del Sud ha portato a un aumento dei redditi medi per gli avvocati rimasti attivi, anche se questi rimangono ancora al di sotto della media nazionale. In Sicilia, ad esempio, il reddito medio degli avvocati è aumentato del 10,6%, passando da 25.811 euro nel 2022 a 28.558 euro nel 2023. Analogamente, in Calabria e Puglia, i redditi medi sono aumentati rispettivamente del 9,5% e del 9,2%.
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Nonostante il trend negativo a livello nazionale, alcune regioni hanno registrato una crescita nel numero di avvocati. La Lombardia, ad esempio, è l’unica regione che ha visto un aumento degli iscritti, seppur modesto, pari all’1%, che corrisponde a oltre 300 nuovi professionisti. Questo aumento può essere attribuito alla maggiore concentrazione di studi legali d’affari e opportunità professionali nelle grandi città come Milano.
In alcuni distretti giudiziari, come quello di Messina, l’aumento degli iscritti è stato particolarmente significativo: un incremento del 16,4% (da 3.104 nel 2022 a 3.613 nel 2023). Tuttavia, contrariamente a questo trend positivo, l’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta ha registrato una riduzione del 7,2%, mentre l’Ordine dell’Aquila ha visto un drastico calo del 36,6%, con una diminuzione da 525 iscritti nel 2022 a 333 nel 2023.
Il calo del numero di avvocati in Italia riflette una serie di cambiamenti strutturali all’interno della professione legale. La saturazione del mercato, la crescente competizione e la pressione economica sono tutti fattori che contribuiscono a ridurre il numero di professionisti. Inoltre, la tendenza verso la specializzazione e la concentrazione degli studi legali d’affari nelle grandi città sta modificando il panorama legale del Paese.
Secondo Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa, il mercato legale in Italia è sovraffollato e frammentato, con una parcellizzazione che non garantisce redditi elevati come in altri Paesi europei. Le sfide future per la professione legale in Italia includono la necessità di ristrutturazione e consolidamento del mercato, una revisione del percorso formativo e l’adozione di nuove strategie per affrontare le dinamiche economiche e sociali in evoluzione.
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