Il risultato è occasionale, la prestazione no. Il mantra di mister Zeman ci è tornato in mente al minuto 66’ di Atalanta – Roma. Annichilita e stordita da una Dea in vantaggio di due gol dopo appena 20’ (ma le reti al passivo potevano essere sei fino a quel momento), la Roma ha avuto un calcio di rigore generosamente assegnato da Guida e trasformato da Pellegrini.
Inferiore tatticamente, tecnicamente e fisicamente agli avversari, la squadra di De Rossi ha avuto addirittura la possibilità di pareggiare (ancora Pellegrini pericoloso al tiro) pur continuando a subire le micidiali ripartenze bergamasche che non si trasformavano in gol per questione di centimetri.
Alla fine due pali e 24 tiri subiti (7 nello specchio della porta) sono l’amaro bilancio di una serata da incubo che certifica il sesto posto come obiettivo massimo della stagione. Ora bisognerà affidarsi agli altri (se l’Atalanta farà 9 punti nelle restanti tre gare non basterà per la nuova Champions nemmeno arrivare sesti) senza contare che non sarà facile fare bottino pieno con Genoa e Empoli (per i toscani la gara sarà comunque decisiva per la salvezza) viste le precarie condizioni psicofisiche di una squadra che sembra aver dato tutto quello che aveva.
Difesa in barca, centrocampo senza fiato
(Bove, entrato finalmente ad inizio ripresa, il migliore per gamba e tenacia) e attacco
spuntato (Lukaku incapace di tenere un pallone per far salire la squadra e Baldanzi troppo fragile per appuntamenti del genere) con una pochezza di idee che hanno fatto di Svilar il regista della squadra vista a Bergamo.
Palloni all’indietro e furia bergamasca a tutto campo con un De Ketelaere imprendibile e in stato di grazia (per lui una doppietta in 2’) e la sensazione di chi non abbia più la forza di ribellarsi agli avversari dopo la cocente delusione di Leverkusen.
L’entrata in campo nella ripresa di Abraham in avanti ha dato almeno qualche scarica elettrica ad una squadra travolta dagli eventi negativi e dalla forza di un avversario che sembra non conoscere mai la parola stanchezza. Manca poco e poi sarà tempo di bilanci. Con qualcuno che metterà De Rossi sul banco degli imputati, statene certi, in caso di mancata qualificazione Champions dimenticando il vergognoso inizio stagione. Perché in questa città si guarda troppo spesso al dito invece che alla luna mentre sarebbe il caso di fare
valutazioni oggettive con vista futuro.
Un Dybala a mezzo servizio con ingaggio da 8 milioni di euro serve ancora a questa Roma? Ecco una delle domande scomode (la fece tempo fa Totti e fu coperto di insulti per lesa maestà) alle quali sarà chiamato rispondere il nuovo management tecnico a fine campionato. Certo è che senza gli introiti della Champions il futuro sembra ancora una volta indirizzato verso scommesse (speriamo giovani almeno) e ricavi con Ghisolfi in pole position da Nizza
come nuovo direttore sportivo a indicare al strada.
E il settlement agreement firmato con la Uefa che impone plusvalenze da raggiungere entro il 30 giugno da onorare (occhio a Svilar…).
Le pagelle di Atalanta – Roma 2 – 1
Svilar 6,5, Kristensen 4,5 (dall’86’ Joao Costa ng), Mancini 5, Ndicka 5, Angelino 6,
Cristante 5 (dall’86’ Azmoun ng), Paredes 4 (dal 45’ Bove 6), Pellegrini 6, El
Shaarawy 5, Lukaku 4,5, Baldanzi 4 (dal 45’ Abraham 6).
All. De Rossi 5,5
Claudio Fontanini