’IN CASO DI ATTACCO TERRORISTICO ROMA NON AVREBBE A DISPOSIZIONE POSTI LETTO IN TERAPIA INTENSIVA ‘

    Una grande città che ambisce a collocarsi tra le più prestigiose metropoli del pianeta ma, fatta per eccezione per l’inimitabile patrimonio culturale ed archeologico, la Capitale d’Italia soffre invece per l’approssimazione dei servizi che la caratterizzano ‘in peggio’. Ma intendiamoci: non è un discorso politico (anche perché le responsabilità di questa impietosa situazione ha radici lontane), quanto sociale. Ed oggi l’erede del cardinale Salviati – che fondò lo storico ospedale in via di Ripetta- Olivia Salvati (oggi presidente del Comitato Tebe, per la tutela dei lasciti), ha lanciato un grave allarme: ’In caso di attacco terroristico la città di Roma non avrebbe a disposizione posti letto in terapia intensiva e nei reparti degli ospedali della capitale già sovraffollati a causa della chiusura di reparti d’eccellenza, di nosocomi, come il S. Giacomo, uno dei pochi attrezzati per il Piano Peimaf, antiterrorismo’’. Per tali motivi la Salviati ha pubblicamente diffidato la Regione Lazio, il Ministero dell’Interno e la prefettura di Roma, in quanto, non adoperandosi abbastanza, consentono il perdurare di questa situazione, mettendo così a rischio l’incolumità pubblica di cittadini, turisti e pellegrini. Una denuncia forte che avrà sicuramente un’adeguata pubblica risposta, anche per tranquillizzare l’opinione pubblico, di suo già abbastanza ‘sollecitata’ in fatto di emergenze e precarietà…
    M.