A quanto sembra la Germania si appresta a riconfermare la propria linea guida. Il 24 settembre infatti, i cittadini tedeschi saranno chiamati a a rinnovare il parlamento (Bundestag) e, dai sondaggi, sarebbe mersa la volontà comune di premiare ancora una volta i partiti dell’Unione – Cdu e Csu e confermando quindi la leadership della Merkel, con un nuovo mandato di 4 anni (è il quarto). Certo conteranno comunque quelli che dalle elezioni risulteranno essere i partner della coalizione per capire come intenderà procedere il Paese in Europa, e se seguire la linea dettata dal convinto presidente francese Emmanuel Macron. Come fa notare lanalista del gruppo Eurasia, Mustafa Rahman, ovviamente le riforme passeranno anche attraverso la scelta del partito partner di coalizione, e molto influirà la poltrona di ministro delle Finanze. Dunque, spiega lanalista, Se Merkel decidesse di fare di più in Europa, una grande coalizione con la Spd le consentirebbe di far leva sul centro con una maggioranza confortevole. Certo, resistere ad una coalizione con maggiore coerenza ideologica – come sarebbe quella con i liberali la Fdp – potrebbe risultarle difficile. Tuttavia, spiega ancora Rahman un “riorientamento” del Meccanismo europeo di stabilità (Esm), il fondo di salvataggio dell’Unione europea, ad esempio non è da escludere. Non sono invece da attendere cambiamenti sulle richieste di Stati Uniti, Francia e Commissione Ue perché la Germania affronti il problema del suo surplus commerciale potenziando la spesa di investimento anche per sostenere la ripresa nella zona euro, anticipa il direttore del think tank Bruegel Guntram Wolff. “L’esperienza degli ultimi anni dimostra che la Germania è stata molto cauta rispetto ad una modifica dello statu quo. Si tratta di un istinto naturale e andare oltre quella logica sarà difficile, anche se Merkel si impegnasse ad andare nella direzione di Macron”. E se Schulz ha cercato di seguire lo slancio di Macron impegnandosi ad aumentare la spesa pubblica, a ben guardare – sottolinea Wolff – gli aumenti proposti non si discostano in modo significativo da quanto proposto dai cristianodemocratici.
M.