Al momento non è stata ancora indicata la fascia detà alla quale sarà rivolta e, oltretutto, il tetto dellincentivo. Quello che sembra però essere definita è lassoluta volontà dintenti che ha visto sedersi intorno a un tavolo il ministro del lavoro Poletti, e Cgil Cisl e Uil, per lavorare a una decontribuzione, per i giovani assunti a tempo indeterminato. Si parla di un incentivo strutturale del 50% degli oneri previdenziali per tre anni, in caso di assunzione a tempo indeterminato. “L’intervento sarà strutturale perché accompagnerà sempre i giovani individuati per tre anni. Sarà cioè un diritto individuale che il giovane mantiene per tutti gli anni in cui resta all’interno della fascia di età da individuare”, spiega Poletti rassicurando che il termine del triennio non coinciderà come si teme con unondata di licenziamenti. A tal proposito il ministro mette subito le mani avanti: “Prevederemo una norma che blocchi i licenziamenti scorretti di questo tipo. Il clima è stato positivo e la discussione diretta e costruttiva”. Tra le ipotesi al vaglio per quelle aziende che licenzino al termine del periodo di decontribuzione, una sorta di “clausola di salvaguardia”, che prevederebbe la restituzione integrale di tutti i contributi non pagati in virtù della agevolazione. “Mi sembra poco razionale che un’azienda assuma e formi un dipendente per poi licenziarlo – afferma infatti Poletti – Il tema comunque ci sta. La strutturalita’ dell’intervento, inoltre, il fatto che la decontribuzione ci sarà sempre, eviterà anche un’altra bolla, quella che portava le aziende a concentrare le assunzioni in corrispondenza del periodo previsto per gli incentivi. La discussione comunque è ancora totalmente aperta”. Quindi il ministro ha tenuto a sottolineare che gli interventi sulla occupazione giovanile “non si esauriscono in un solo strumento” ma faranno parte di unarticolata piattaforma di iniziative che si avvarrà anche dell’apporto di Garanzia Giovani. Nella trattiva, anche il neonato assegno di ricollocamento e la sua partenza a regime: “L’assegno di ricollocazione potrebbe essere anticipato a quei lavoratori ancora in Cig ma destinati alla Naspi per cercare di collocarli prima che accedano alla disoccupazione. Un intervento su base volontaria e garantito da un espresso accordo tra le parti”. Motivo per il quale, saranno anche coinvolte Confindustria in primis – le associazioni di impresa. Particolare attenzione sarà inoltre dedicata anche al fondo di integrazione salariale, che i sindacati hanno messo allindice per la sua lentezza. Su questultimo argomento Poletti ha ribadito che “ci sarà un incontro dedicato perché l’intervento ha bisogno di una verifica puntuale”.
M.