Numeri e cifre che continua ad inquietare, e che rilanciano drammaticamente il livello di trascuratezza di molti nostri connazionali, al punto da far fare al nostro Paese un umiliante passo indietro rispetto agli altri paesi europei. Oggi poi, con la diffusione dell’ultimo bollettino settimanale del ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Iss), relativo al periodo dal 10 al 16 luglio, cè di cui preoccuparsi seriamente: i casi di morbillo continuano a crescere, basti pensare che, dall’inizio dell’anno sono stati ben 3.672 i casi accertati dai medici. E dalla precedente rilevazione (3-9 luglio), le infezioni sono risultate essere 171 in più, e le morti (aggiornate al decesso all’ospedale Bambino Gesù di Roma di una bambina di 16 mesi), sono salite a tre. . La mappatura dei casi nel nostro Paese, relativa a numeri significativi, con 1.226 infezioni registrate, vede in testa il Lazio; quindi il Piemonte (qui però i casi si sono fermati a 599), la Lombardia (dove si registra un lieve aumento, con 580 casi), la Toscana (347), ed infine il Veneto (244). Delle persone a cui è stata diagnosticata linfezione, riportano gli esperti, l’89% dei pazienti non era vaccinato, il 6% era stato vaccinato ma con una sola dose. Tra i accertati, il 35% ha avuto almeno una complicanza, il 41% è stato ricoverato mentre, il 22%, è finito in pronto soccorso. Preoccupa poi il fatto che la fascia d’età più colpita è quella compresa fra i 15 e i 39 anni (risultante essere il 56% dei casi), mentre l’età media dei pazienti è di circa 27 anni.
M.