(Adnkronos) – L’Alta Corte israeliana ha bocciato la legge sulla ragionevolezza, unico provvedimento finora adottato nella controversa riforma della giustizia sostenuta dal governo del premier Benjamin Netanyahu. La Corte si è spaccata a metà con otto giudici che hanno votato a favore della bocciatura e sette contrari, in una storica decisione che per la prima volta interviene su un emendamento alla Legge fondamentale, che in Israele ha uno status quasi costituzionale.
Il provvedimento annullato vietava a tutti i tribunali, e all’Alta corte, di sindacare sui provvedimenti del governo sulla base dello standard giuridico della ragionevolezza. La riforma giudiziaria ha diviso Israele, con massicce manifestazioni di protesta, prima dell’attacco di Hamas il 7 ottobre che ha scatenato la guerra a Gaza. Alcuni ministri del governo Netanyhau, il più a destra della storia d’Israele, avevano anticipato di non voler rispettare un’eventuale bocciatura della legge sulla ragionevolezza. Ma questo accadeva prima dello scoppio del conflitto. Non è chiaro se oggi gli stessi ministri siano pronti a rischiare lo scontro istituzionale mentre è in corso la guerra.
Il leader dell’opposizione Yair Lapid afferma che la sentenza dell’Alta Corte “pone fine a un difficile anno di conflitto che ci ha dilaniati dall’interno e ha portato al peggior disastro della nostra storia”.
La sentenza, sottolinea Lapid secondo quanto riferisce ‘The Times of Israel’, spiega che “l’origine del potere di Israele, la base della forza israeliana, è il nostro essere uno stato ebraico, democratico, liberale e rispettoso della legge. Se il governo riprende la battaglia sull’Alta Corte, non ha imparato nulla”, conclude.