(Adnkronos) – “La legge appena approvata dalla Camera, da qualcuno chiamata legge ‘bavaglio’ per le limitazioni alla libertà di stampa, che sancisce il divieto di pubblicazione integrale o per estratto dell’ordinanza di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari, oppure fino alla conclusione dell’udienza preliminare, è un autogol, poiché sacrifica il diritto di cronaca senza soddisfare il principio di presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva”. Lo ha detto il sostituto procuratore generale di Caltanissetta Gaetano Bono, a margine della presentazione del suo libro “Meglio Separate – Un’inedita prospettiva sulla separazione delle carriere in magistratura” a Enna. All’evento, organizzato dalla Camera penale e dall’Ordine degli avvocati di Enna e moderato dall’avvocato Ones Benintende, hanno preso parte il procuratore aggiunto di Catania Fabio Scavone e l’avvocato Giovanni Palermo.
“Ogni volta che entrano in conflitto contrapposti valori costituzionali – ha dichiarato Bono – bisogna adottare la massima prudenza nel contemperamento degli stessi. Se il testo attuale della legge approvato dalla Camera passasse senza modifiche anche in Senato, la libertà di stampa verrebbe limitata, ridimensionandosi il diritto di cronaca e privandosi l’opinione pubblica di un essenziale strumento di controllo democratico sull’operato della magistratura. Ma questo sacrificio non sarebbe nemmeno compensato da una migliore tutela del diritto alla presunzione di innocenza, quantomeno per due motivi. Il primo è che la notizia dell’arresto potrà comunque essere data in forma riassuntiva, ma come assicurarsi che la sintesi giornalistica sia fedele al testo dell’ordinanza se esso è secretato? Non si rischia così di violare la presunzione di innocenza delle persone arrestate persino in modo peggiore, dal momento che la cronaca si fonderà sulla libera interpretazione del giornalista, anziché sul provvedimento del giudice?”.
“Il secondo è che la nuova legge consentirà la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare dopo la conclusione delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare, ossia in un momento in cui l’accertamento definitivo è ancora molto distante nel tempo – dice – Forse il solo vantaggio deriverebbe dall’eventuale intervento di ridimensionamento dell’ordinanza ad opera del Tribunale del riesame o della Cassazione, ma basterebbe ciò a evitare la strumentalizzazione della notizia dell’arresto o, invece, la pubblicazione dell’ordinanza arrecherebbe – seppure in differita- quel danno che il legislatore mirerebbe a scongiurare?”. A questo punto Bono fa una proposta: “Essendo il diritto di cronaca essenziale in un Paese democratico ed essendo altrettanto indispensabile garantire la presunzione di innocenza, la soluzione dovrebbe essere ricercata nel pretendere che le notizie sugli arresti siano il più chiare possibile nel precisare la fase in cui esse intervengono e la natura provvisoria delle accuse mosse alle persone arrestate; inoltre sarebbe una norma di civiltà quella che garantisse alle notizie inerenti le assoluzioni definitive e le scarcerazioni il medesimo spazio mediatico dato alle corrispondenti notizie inerenti le condanne non definitive e gli arresti”.