Ieri pomeriggio, presso l’Aula Giulio Cesare in Campidoglio, si è svolto un evento organizzato dall’Associazione Naschira, partner di Barrett International Group di Virginia Barrett. L’occasione ha celebrato il centenario della nascita della celebre soprano Maria Callas, considerata la più grande di tutti i tempi, affrontando contemporaneamente la problematica sociale del bodyshaming, un fenomeno di cui l’artista stessa fu vittima.
Presieduto dall’On. Fabrizio Santori e inaugurato con i Saluti Istituzionali a cura dell’On. Svetlana Celli, l’evento ha attirato un notevole interesse e successo da parte del pubblico, anche grazie alla partecipazione della soprano Katia Ricciarelli.
Katia Ricciarelli è stata la vera protagonista della manifestazione, ammettendo durante un’intervista condotta da Virginia Barrett, ideatrice e presentatrice del convegno, di non aver mai conosciuto personalmente la Callas. Tuttavia, ha sottolineato l’influenza significativa della Callas sul modo di interpretare l’opera da parte dei cantanti lirici. Secondo la Ricciarelli, la Callas ha evidenziato l’importanza non solo della parte vocale ma anche di quella interpretativa. Riguardo al body shaming, la soprano ha dichiarato di non averlo mai subito personalmente e di non leggere le critiche perché non le interessano.
Durante la manifestazione, Katia Ricciarelli è stata onorata con due premi: il premio “DONNE D’AMORE” per la sezione Spettacolo, consegnato dall’onorevole Fabrizio Santori, e il premio “ALLA BELLEZZA E AL GLAMOUR” da parte di WELLA PROFESSIONALS, consegnato da Rosy Cittadino e Luisa Trotta.
L’evento ha offerto un mix di cultura, con video e intermezzi musicali dedicati a Maria Callas, e momenti di riflessione e dialogo sul tema del body shaming. Esperti del Gruppo Nazionale “No cyber violence” hanno condiviso le proprie opinioni, insieme alla psicologa Debora Fontana, che ha sottolineato l’importanza della prevenzione del fenomeno sin da giovani. Anche l’avvocato Luana Campa, penalista e criminologa, ha spiegato come in alcuni casi il body shaming possa configurare un reato, mentre l’avvocato Giuliano Cardellini ha affrontato il tema delle trappole online e l’importanza di cercare assistenza legale.