È stata concordata la possibilità di pesca nell’Atlantico, nel Mare del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero per il 2024. Tre giorni di negoziati e poi arriva l’ok dei ministri della pesca dell’Unione Europea.
L’accordo è “in linea con l’obiettivo di garantire la pesca a lungo termine sostenibilità degli stock ittici, tutelando allo stesso tempo i mezzi di sussistenza delle comunità che dipendono dalla pesca”, si legge in una nota. “Dopo due giorni e una lunga notte di intensi negoziati abbiamo raggiunto un accordo politico che aiuterà a mantenere gli stock ittici a livelli sostenibili, proteggendo allo stesso tempo i mezzi di sussistenza delle flotte pescherecce europee”, ha dichiarato Luis Planas Puchades, ministro spagnolo dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione.
L’accordo a cui si è giunti prevede o cosiddetti TAC, i limiti di cattura, per oltre 200 stock ittici commerciali. Questi stock sono quelli che l’Unione europea gestisce autonomamente, insieme a paesi terzi vicini, o tramite accordi raggiunti nelle organizzazioni regionali di gestione della pesca.
Per quanto riguarda invece i limiti di cattura dei vari tipi di pesce, si parla di un aumento: rombo (11%) e rana pescatrice (7%) nelle acque iberiche; passera di mare nel Kattegat (19%); nasello nel Golfo di Biscaglia meridionale, nelle acque iberiche e nelle acque intorno alle Azzorre (10%); sugarello nelle acque iberiche (5%). Si parla invece di una diminuzione per il merlano nel Golfo di Biscaglia del 41%, la passera di mare nelle acque iberiche del 20%, lo scampo nelle acque portoghesi e nelle Azzorre.
Il Consiglio ha anche convenuto di ridurre i limiti massimi di cattura per il gambero blu e rosso nelle sottozone 1, 2, 5, 6 e 7 del 5%, per il gambero blu e rosso nelle sottozone 8, 9, 10 e 11 del 3% e per il gambero rosso gigante gamberetti nel Mar Mediterraneo occidentale nelle sottozone 8, 9, 10 e 11 del 3% rispetto al 2023.