“Carini, bella presenza, due tempi indeterminati, ottima referenza. Non basta! Non siete una famiglia!”. Ha affidato alle pagine di facebbok il proprio sfogo una coppia omosessuale di Torino, umiliata dalle affermazioni di un locatore al quale, tramite agenzia, si erano proposti per affittare un appartamento. “Facciamo la proposta. Diamo le referenze, buste paghe e assegno come da richiesta spiega uno dei due -qualche giorno di attesa. Che strano… e oggi l’agente con infinito imbarazzo mi dice… la proprietà non vuole Vuole una famiglia”. E per questi due bravi giovani lavoratori non è il primo episodio discriminante anzi, qualche mese prima alla coppia era stato rifiutato l’affitto di un appartamento per mancanza di “garanzie”. “Continuo a pensare che ognuno la propria casa la da a chi vuole. Madue volte a distanza di poco lascia grande tristezza addosso”, si sfoga ancora il giovane: “capita in una ’zona bella’ di Torino. Capita oggi 2017. In un paese che ha (finalmente) le ’Unioni Civili’. Facile dire uguaglianza?, ma poi alla messa alla provachi affitterebbe, chi darebbe fiducia a una coppia gay, a una coppia straniera, a una persona di colore… così come quaranta cinquanta anni fa non si ’fittava ai meridionali’ come raccontava mio padre. E pensare che volevamo cercare una casa più grande proprio per essere ancora di più famiglia, per ospitare quando volessero soprattutto pezzi di famiglia e se fosse capitato amici e amiche a cui vogliamo bene come fratelli e sorelle. Che tristezza chiude infine il giovane – la discriminazione non è un concetto astratto”. Uno sfogo legittimo che lascia lamaro in bocca, che ha suscitato la solidarietà di centinaia di persone, come quello espresso da Claudio Cerrato, presidente della Circoscrizione di residenza della coppia: “Questi due ragazzi sono due miei carissimi amici che si amano ed hanno deciso di costruire una famiglia insieme. Questa normale aspirazione per una coppia vieneostacolata dalla stupidità, dall’ignoranza e dall’aridità di alcuni nostri concittadini”.
M.