‘C’È LIBERTÀ DI NAVIGAZIONE’, LA MARINA USA REPLICA ALLE ACCUSE DELLA CINA CHE L’ACCUSA DI AVER ESEGUITO PATTUGLIAMENTI ALL’INTERNO DEL MAR DELLA CINA

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    “Operiamo in conformità con il diritto internazionale. Voliamo, navighiamo e operiamo ovunque sia consentito dalla legge internazionale” così, rendendo merito ai pattugliamenti eseguiti da parte della Marina Usa, il capitano Jeff Davis ha ribadito che sono conosciuti come “libertà di navigazione”, effettuati regolarmente sotto l’amministrazione Obama. Ma questa ‘prima volta’, sotto la presidenza Trump, ed in un contesto ‘caldo’, hanno creato inquietudine a molti. La notizia che la marina statunitense ha condotto la suaprima operazionedi navigazionenelle ‘agitate’ acque del Mar Cinese Meridionalenon è piaciuto molto alla Cina. Questo perché la Cina attraverso un portavoce del Ministero della Difesa cinese, Ren Guoqiang, ha subito tenuto a comunicare che ha “sovranità indiscussa sulle isole Spratly e sulle loro acque circostanti”. Ed il fatto che due navi della Marina abbiano intercettato un cacciatorpediniere americano vicino ad una catena dell’isola rivendicata da Pechino, ‘non va bene’. “L’azione dell’esercito americano, esibendo un’azione di forza e promuovendo la militarizzazione regionale, avrebbe potuto facilmente portare ad un incidente marittimo o aereo – ha tenuto a sottolineare Guoqiang – l’esercito cinese ha espresso una solida opposizione e ha presentato una protesta ufficiale agli Stati Uniti”. Dal canto suo, senza entrare nei dettagli, un portavoce del Pentagono ha dichiarato alla Cnn che la nave americana, la USS Dewey, è passata “a meno di 12 miglia nautiche” dal Mischief Reef, un isolotto nell’arcipelago Spratly. C’è però da spiegare che la Cina rivendica gran parte del Mar Cinese Meridionale, comprese zone situate molto vicino alle coste di diversi Paesi della regione, ed è impegnata in operazioni di costruzione di isolotti artificiali e di potenziali basi militari su piccoli scogli. Lo scorso anno il Tribunale internazionale dell’Aja ha detto che non esistono basi legali per tali rivendicazioni, maPechino non riconosce la sentenza. Dunque trattasi della classica ‘battaglia’ di principi, dietro ai quali si teme un escalation in seno alle tensioni tra Usa e Giappone nei confronti della Corea del Nord…

    M.