Probabilmente deve essere una sorta di marchio di fabbrica latteggiamento che laOerlikon-Graziano adotta nei confronti dei dipendenti con gravi difficoltà di salute. Nemmeno una decina di giorni fa, aveva infatti suscitato enorme scalpore la vicenda di un operaio che, al rientro della lunga degenza nella sede di Torino, in seguito al trapianto di fegato, aveva appreso di essere stati licenziato perché la sua saluta non garantiva più allazienda le prestazioni professionali precedenti. Una decisione immediatamente contestata dai colleghi delluomo e dei sindacati, che misero in atto uno sciopero. Grazie allinteressamento del governo poi loperaio è stato reintegrato con mille scuse. Ma oggi, stavolta nella sede di bari, la storia è incredibilmente tornata a ripetersi: stavolta ad essere licenziato dalla Oerlikon-Graziano di Bari, un operaio reduce da unintervento cardiaco. Anche stavolta, i colleghi del dipendente sono insorti, annunciando per lunedì 20 marzo uno sciopero di 4 ore, in solidarietà del collega Massimo Paparella, secondo lazienda licenziato per “sopravvenuta inidoneità fisica”. Atraverso un comunicato la Fiom ha commentato che il licenziamento costituisce “l’ennesimo atto unilaterale e di barbariedelle corrette relazioni industriali consumatosi nella Oerlikon-Graziano”. Il sindacato definisce inoltre l’episodio “l’epilogo di un corso di azioni e scelte brutali, improntate a fare azienda sulla pelle dei lavoratori. A carenti piani industriali, deficitari di investimenti e di azioni che a tutt’oggi non vedono il Gruppo capace d’intercettare nuovi clienti e mercati con l’innovazione di processo e di prodotto – prosegue la Fiom – si risponde con la via bassa del fare azienda che passa sulla carne viva dei lavoratori”. Lunedì, in concomitanza con le quattro ore di sciopero, si terrà una manifestazione di fronte alla Oerlikon-Graziano di Bari.