(Adnkronos) – “E’ evidente che in Italia esistono delle zone franche, dobbiamo dimostrare che si può invertire la direzione”. E’ quanto ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento al termine della sua visita istituzionale nella sede della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. “Caivano deve diventare uno dei grandi progetti di continuità di questo governo” aggiunge.
“Penso sia molto utile parlarci e capire come remare tutti nella stessa direzione. Veniamo da percorsi molto diversi ma siamo tutti parte della stessa storia”. Obiettivo “dare dignità all’onore dello Stato, lavorare insieme per rafforzare il nostro sistema di contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo”. Per centralo, “altro non possiamo fare che collaborare”. “Oggi L’Italia è una realtà presa a punto di riferimento internazionale. Tanti anni fa eravamo conosciuti perché esportavamo la mafia oggi perché esportiamo l’antimafia. Abbiamo un nemico estremamente mutevole – ha detto ancora la presidente del Consiglio – questo richiede una continua messa in discussione e” la necessità di “continuare a parlarci. In un mondo che distingue sempre meno ciò che è reale da ciò che non lo è”, è necessario “continuare a mettersi in discussione e a dialogare”, anche perché “la lotta alla mafia è al terrorismo sono capisaldi di questo governo”.
“Tutto quello che ritenete si possa fare” per il contrasto alla mafia e al terrorismo “sono e siamo disponibili a farlo. Quando anche non fossimo d’accordo questo non diventi uno scontro tra poteri perché non è così non vuol dire che non lavoriamo per lo stesso risultato se anche abbiamo punti di vista diversi”. “Non siamo utili se non ci diciamo quello che pensiamo”, ha detto la presidente del Consiglio invitando a “remare tutti nella stessa direzione”. “Lavoriamo per lo stesso datore di lavoro e contro lo stesso avversario”, ha poi rimarcato.
“Quello dei beni confiscati è un segnale potentissimo dello Stato che riesce a vincere” sottolinea la presidente del Consiglio. “Abbiamo potenziato il comparto sicurezza con l’assunzione di circa 12.000 uomini e donne delle forze dell’ordine e abbiamo esteso la competenza della Procura nazionale antimafia al cybercrime”.
“Con grande orgoglio ricordo che il primo provvedimento in assoluto approvato in consiglio dei Ministri è stato quello finalizzato a scongiurare la demolizione della normativa sul regime detentivo speciale per i mafiosi. Non potevamo consentire che quell’istituto che negli anni ha impedito ai mafiosi di continuare a dare ordini dal carcere potesse essere messo in discussione”. “Abbiamo modificato la riforma penale Cartabia per ripristinare la procedibilità d’ufficio dei reati con l’aggravante del metodo mafioso o della finalità di terrorismo o eversione. Siamo intervenuti per tutelare e salvaguardare le intercettazioni” conclude.