NEL PAESE C’È CARENZA DI PEDIATRI, LA SEGRETARIA REGIONALE DELLA FIMP LAZIO SUONA L’ALLARME: ‘COMPLICI I PENSIONAMENTI, IN 5 ANNI ABBIAMO REGISTRATO 3.630 SPECIALISTI IN MENO’

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     “A Roma, ma anche in molte altre città d’Italia, i pediatri attivi hanno raggiuntoil massimale di 800 bambiniassistiti in convenzione. Una quota a cui si possono aggiungere80 piccoli pazienti in deroga, tra fratellini di assistiti e neonati entro 3 mesi di età”. Il segretario regionale della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) per il Lazio,Teresa Rongai, spiega all’agenzia Adnkronos salute, l’attuale – e surreale – carenza di pediatri nel Paese. Complice anche un’ondata generazionale in via di pensionamento, la ricerca di un pediatra presso il Cup di una qualsiasi Asl italiana è sempre più complicata. “Si calcola che nel 2010-15 –denuncia ancora la Rongai – abbiamo ’perso’ 1.750 pediatri, mentre in base ai dati anagrafici tra il 2015 e il 2020 ne andranno inpensione3.630″, dice la Rongai. In realtà questa sorta di ‘emergenza’ era già stata prevista dalla Fimp che già “segnalava dal 2014. E che nel 2015 ha visto un record di 7-800 pediatri pensionati in tutta Italia. Ma che non è destinata a fermarsi. Nel 2020-25 avremo ben 4.600 pediatri in meno. C’è, insomma, un problema di sostenibilità del sistema, con il quale i genitori italiani sono costretti a fare i conti. Ci chiamavamopediatri di libera sceltaperché le famiglie potevano scegliere liberamente lo specialista di fiducia vicino casa. Ora, di fatto, questa possibilità di scelta in molti casi non c’è più”. Un fenomeno, quello di trovare o cambiare il dottore del piccolo di casa, per ora  non riguarda i neonati e i fratellini dei baby-pazienti che, spiega ancora l’esperta –  possono essere iscritti in deroga, anche se questa informazione potrebbe non essere conosciuta da tutti i genitori: nel Lazio, ad esempio, sul sito apposito il pediatra appare completo e non si segnala la possibilità di iscrivere comunque unneonato o un fratellino”. Invece anche la comunicazione corretta e completa è importante, e potrebbe semplificare la vita ai genitori”. A complicare la situazione poi, la ‘crisi delle vocazioni’ rispetto ad una specializzazione incredibilmente rara: “Oggi sono circa 11 mila i pediatri di libera scelta attivi, mentre ne servirebbero 14 mila. Dalla nostra specialità escono però solo 280 giovani l’anno, troppo pochi per sanare le uscite”, osserva la Rongai che conferma il bisogno di poter contare su un numero maggiore di specialisti rispetto all’attuale disponibilità: “per fortuna i bambini continuano a nascere e noi li seguiamo per molti anni. Il problema è che le nuove leve non bastano a colmare i vuoti lasciati dai pensionamenti. E a soffrire non è solo la pediatria di famiglia: anche fra gli ospedalieri c’è carenza dispecialisti. Vorrei ricordare che la nostra presenza sul territorio fa dell’assistenza pediatrica italiana un fiore all’occhiello rispetto al resto d’Europa. Un tipo di assistenza ora a serio rischio”. Per tali motivi il segretario regionale Fimp Lazio, si dice convinta che sia il momento diripensare la programmazione. “E bisogna farlo in fretta, anche perché la gobba pensionistica avrà il suo apice nel 2020-30”.

    M.