E una storia che si reitera da tempo immemore, eppure, nonostante la cospicua letteratura che ne deriva, continua a mietere vittime. E forse il più spregevole degli inganni, anche perché non mira alla realizzazione illecita di guadagni ma, fatto orribile, a una vera e propria estorsione fisica. Lultimo caso in odine di tempo, ce lo rivela la pagina Fb della Polizia di Stato Una vita da social, e narra lodissea di una minorenne che, illusa di intraprendere il mestiere di modella, si è invece ritrovata in un set porno. “Siamo a Rimini racconta il profilo della Polizia – e la vicenda si conclude con una condanna a due anni di reclusione al titolare dell’agenzia e a una sua collaboratrice per aver prodotto per soldi e diffuso, anche su internet, materiale pedopornografico. Il sogno della ragazza era quello di fare carriera nel mondo dello spettacolo e nella moda. Così quando riuscì a contattare su Facebook il titolare di un’agenzia suscitando il suo interesse, aveva sperato di aver fatto il primo passo verso il successo. In realtà si legge ancora in Vita da social – il disegno del suo interlocutore era un altro perché, al primo appuntamento per un servizio retribuito, si ritrovò a sua in saputanel bel mezzo di un set pornograficoallestito in un appartamento di Rimini. Volevano fare di lei, studentessa minorenne, un’attrice di film hard?. Non c’erano dubbi visto che altre tre persone adulte, due uomini e una donna, senza veli in quella stanza, erano lì proprio per quello e in collegamento a distanza dall’estero, via computer, c’era una donna straniera che dava leindicazioni agli attori/modelli sulle pose da assumere. Alla fine la ragazza, messa alle strette, ha accettato di posare senza consultarsi con nessuno, ma – sottolinea la Polizia – dopo ha anche avuto il grande di coraggio di denunciare e di permetterci di lavorare”.