(Adnkronos) – Sovrappeso, obesità e diabete, condizioni emergenti. Essere nati in Italia da genitori stranieri comporta da un lato minori difficoltà assistenziali, trattandosi di nuclei già inseriti nella nostra realtà; tuttavia, occorre fare attenzione ad alcune condizioni emergenti. L’allarme arriva dal 78esimo Congresso nazionale della Società italiana di pediatria in corso a Torino.
“Abbiamo osservato nei bambini stranieri in età scolare e negli adolescenti, un aumento del tasso di obesità e sovrappeso, passato dall’1% di dieci anni fa ad oltre il 10% e si stanno avvicinando a quelli preoccupanti dei bambini italiani – afferma Gianni Bona, fondatore del Gruppo di lavoro nazionale sul bambino migrante della Sip – Questi bambini tendono infatti ad assumere le abitudini alimentari dei loro coetanei seguendo una dieta ricca di zuccheri e a grassi”.
Una seconda condizione emergente riguarda il diabete mellito giovanile di tipo 1 che, soprattutto nei bambini appartenenti in alcune etnie e giunti nel nostro Paese dopo la nascita, ha una prevalenza di 10 volte maggiore rispetto ai coetanei italiani e un’insorgenza più precoce”, prosegue Bona.
Un’altra frequente condizione in particolare tra le bambine adottate all’estero è la pubertà precoce, diretta conseguenza del rapido mutamento dell’ambiente e delle condizioni di vita, responsabile di un’accelerazione dei fenomeni di crescita e sviluppo puberale. “Un aspetto particolare riguarda il deficit di vitamina D – sottolinea Bona – che si osserva non di rado anche nei migranti nati nel nostro Paese, allattati al seno, specie se di pelle scura, per la tendenza delle madri a non esporli alla luce solare e a coprirli eccessivamente, soprattutto se non viene attuata una corretta profilassi con vitamina D”.
Studi “epidemiologici internazionali hanno dimostrato che chi è socialmente svantaggiato lo è anche nella salute – rimarca Mario De Curtis, presidente del Comitato per la bioetica Sip – e che i bambini di famiglie povere si ammalano di più e soffrono di patologie croniche, muoiono di più, sono meno frequentemente allattati al seno, vanno più spesso incontro a infezioni, disturbi di crescita, obesità, anemia, carenze nutrizionali, carie dentali, disturbi psicologici, comportamentali e anche psichiatrici”.