(Adnkronos) –
Pensioni 2024, nella manovra le novità studiate dal governo e illustrate dopo l’approvazione della legge di bilancio in Consiglio dei ministri. Tra le principali misure, le modifiche per l’Ape sociale con l’innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini rispetto alla legislazione vigente e con requisiti diversi per le donne, e quota 104 con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere a lavoro. Rimodulato, inoltre, il meccanismo di indicizzazione degli assegni. Ecco quanto spiegato dalla premier e dai ministri in conferenza stampa.
“Sarà molto più restrittivo l’accesso al pensionamento anticipato”, ha quindi spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Non ci sarà più né l’Ape sociale, né quota 103 nella forme previste l’anno scorso”, ha detto ancora, spiegando che Opzione donna “confluisce nella flessibilità in uscita”, mentre per Quota 103 “abbiamo innalzato l’età in uscita”, ma “non è quota 104 piena perché ci sono incentivi a rimanere a lavoro”. Quota 104 compare in un titolo dell’indice della bozza della Legge di Bilancio.
Sulle pensioni, oltre agli interventi previsti, il governo ha scelto di introdurre un elemento di novità “anche su alcune situazioni di squilibrio e abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni di cui non si è occupato nessuno”, cioè quelle interamente nel sistema contributivo, eliminando “il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l’età raggiunta solo se l’importo della sua pensione è inferiore a 1,5 la pensione sociale”, altrimenti è necessario attendere “i 70 anni. Secondo noi non è una misura corretta e abbiamo rimosso il vincolo esistente”, ha spiegato Meloni.
Le misure contenute nella manovra aumentano inoltre l’assegno dei pensionati di 1.279 euro l’anno, per i redditi fino a 28.000 euro. Per il 2024, spiega il ministero dell’Economia, viene rimodulato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione in vigore lo scorso anno, che tutela le pensioni più basse. Inoltre grazie anche alla riforma delle aliquote Irpef ”i pensionati potranno avere benefici fino a 1.279 euro annui (reddito da pensione intorno a 28 mila euro). Un sostegno concreto al potere d’acquisto contro gli effetti dell’inflazione”.