E’ morto questa mattina Matteo Messina Denaro: il boss dei boss, l’ultimo grande (ormai ex) latitante e nome forte della Mafia del’epoca delle tensioni e del terrore stragista si è spento dopo la lotta con il cancro.
Suo il nome forte, tra i vari, per le stragi di Capaci e via D’Amelio Con la morte di Matteo Messina Denaro si va idealmente a chiudere quella fase di sangue e terrore che si identifica con le stragi di Capaci e via D’Amelio, che non potrà mai essere cancellata.
Matteo Messina Denaro è stato condannato all’ergastolo come uno dei mandanti delle stragi: il suo ruolo – basti pensare alla nota riunione a Castelvetrano in cui si sceglie di uccidere Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – è stato determinante.
Morto Matteo Messina Denaro: latitanza e strage
Negli anni la sua figura è diventata misteriosa a causa della durata della latitanza. La cattura di ‘U Siccu ma dopo i suoi trenta anni di latitanza, il padrino di Castelvetrano chiude un’epoca dolorosissima per la storia italiana e non solo.
La strategia del terrore di Cosa Nostra nel 1993 è proposta proprio da ‘U Siccu. Quando però con l’arresto dei fratelli Graviano a Milano la fase della tensione di Cosa Nostra va in archivio, per il boss è il momento più delicato. Inizia la latitanza.
Matteo Messina Denaro diventa “L’invisibile” o “Il camaleonte”: sulla scia della intuizione di Falcone che diceva di inseguire il denaro, gli vengono sequestrati tramite suoi prestanome beni per 4 miliardi di euro.
Pista varie lo raccontano dalla Sicilia a New York, da Dubai alla Tunisia. E ancora, in Venezuela anche se la sua latitanza è stata nel suo territorio, protetto da una rete para