(Adnkronos) – “Va considerato con attenzione che le nostre classi sono frequentate da circa 800 mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta di un impegno educativo imponente. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura e i nostri valori, e possono costituire un grande potenziale per il Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico all’Istituto ‘Saffi-Alberti’ di Forlì.
“Tuttavia – ha proseguito il Capo dello Stato – la peculiarità della condizione di migranti, unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie, fa sì che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti – più di altri – a ritardi o abbandoni scolastici”.
“Abbiamo deciso, per questo inizio, di ritrovarci qui, nel cuore della Romagna, colpita a maggio scorso da una devastante alluvione, che ha causato vittime, distrutto abitazioni e aziende, allagato campi di coltivazione, sconvolgendo la vita di tante persone. L’anno scolastico si apre in queste terre con regolarità, nonostante i danni subiti dalle strutture. È segno, forte e concreto, di tenacia e di resistenza”, ha detto Mattarella, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico all’Istituto ‘Saffi-Alberti’ di Forlì.
“L’apertura qui, oggi, rappresenta – attraverso la scuola e al di là di essa – un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna. Nei giorni successivi all’alluvione – ha ricordato il Capo dello Stato – tanti volontari provenienti da tutta Italia, soprattutto ragazze e ragazzi, hanno impugnato pale, scope e secchi. Il loro contributo è stato prezioso nella lotta contro il fango e nel manifestare cultura della solidarietà. Hanno dimostrato, concretamente, che l’Italia è una comunità. Che dai problemi si esce tutti insieme”.
“La Costituzione repubblicana – la Carta fondamentale che regola e ispira la nostra convivenza – ha disposto che ‘la scuola è aperta a tutti’. Perché tutti i cittadini, sin dalla nascita, sono uguali. Sul diritto universale all’istruzione si fonda uno dei pilastri della Repubblica. La scuola è, dunque, per tutti e di tutti. Non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Ne verrebbe – e, talvolta, ne viene – deformata”, ha affermato il Presidente della Repubblica.
“È il luogo – ha ricordato il Capo dello Stato – dove bambini e ragazzi apprendono i fondamenti della conoscenza. Dove fanno i conti con la propria storia e le proprie radici. Dove si cimentano con la diversità e la convivenza. Dove si appassionano all’arte, alla letteratura, alla scienza, alla tecnica, disegnando il cammino del proprio domani. Dove sperimentano la padronanza di sé, dei propri sentimenti, del vivere insieme. Non c’è futuro individuale senza il sapere. Non ci può essere società libera e ordinata senza la scuola”.
Mattarella ha sottolineato che “non si cresce con il necessario spirito civico nell’isolamento. Perché forme, pur non dichiarate né intenzionali, di separazione producono rischi gravemente insidiosi per l’intera società. Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione. Per questo l’inclusione è fattore fondamentale. I riflettori della cronaca recente si sono appuntati su alcuni casi di gravissima devianza che hanno visto dei ragazzi come protagonisti. Rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi”.
“È necessaria – ha aggiunto il Capo dello Stato – un’azione di ampio respiro e a diversi livelli. Con politiche volte a investire sui giovani e sul futuro, con interventi strutturali per colmare i divari tra i territori, con strategie per ampliare le opportunità e i percorsi di integrazione e solidarietà, con la repressione dei reati, in particolare dell’attività delle organizzazioni criminali che cercano di imporsi come violenta alternativa alla vita civile, alla legalità, alle stesse istituzioni democratiche”.
“Tutto questo – ha aggiunto Mattarella – rende ancor più fondamentale combattere, con sempre maggior determinazione, l’abbandono scolastico. Perché la scuola è la prima e la più importante risposta al degrado. È la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto”.
“Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro. Assicurando loro condizioni economiche adeguate, e restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli”, ha detto il Presidente della Repubblica.
“Perché – ha ricordato il Capo dello Stato – come insegnava Platone ‘Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, i maestri tremano davanti agli scolari, e preferiscono adularli anziché guidarli, quando si disprezzano le leggi, e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide’”.
“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza -occasione storica per l’Italia- riguarda ovviamente anche il potenziamento della scuola. Ovunque, in tutto il territorio nazionale, perché la scuola è un patrimonio comune dell’intera Italia. Lo spirito che deve guidarci è quello di un’impresa corale per le istituzioni e la società”, ha ribadito Mattarella.
“La scuola – ha aggiunto il Capo dello Stato – ha bisogno di continua manutenzione e di aggiornamento. Anche per colmare limiti strutturali. Si deve operare per evitare l’affollamento delle classi, che penalizza i programmi di studio e le opportunità per gli alunni. Va garantita prioritariamente la sicurezza degli edifici scolastici e quella dell’alternanza tra scuola e lavoro. Ho apprezzato in questo senso le parole dei ministri dell’Istruzione e del Lavoro. I genitori e i ragazzi devono vivere l’esperienza scolastica con piena serenità”.
“L’attenzione ai giovani è fondamentale. Maria Montessori, la grande educatrice italiana famosa nel mondo, scriveva: ‘La società umana non può cambiare senza che gli adulti e i bambini collaborino’. La scuola deve essere sempre più aperta, accogliente, integrante. È nella compagnia che si apprende ‘ad avere idee’, come scrive Omero in un canto dell’Iliade. Ragazze e ragazzi hanno risorse che le generazioni più anziane neppure avrebbero potuto immaginare. Sono molti passi più avanti nelle conoscenze tecnologiche e digitali. Sono allenati a vivere in un tempo dove tutto è accelerato, globale. La scuola deve correre per stare al loro passo, e può farlo soltanto rendendo i giovani protagonisti, rafforzando il dialogo tra insegnanti e famiglie, e con la realtà sociale in cui è inserita”.
“Dobbiamo credere nei giovani. Puntare su di loro. Aiutarli nella crescita. Perché – ha concluso il Capo dello Stato – la scuola siete voi, care ragazze e cari ragazzi. La scuola è il vostro cammino di libertà. Buona strada. Buon anno scolastico a tutti”.