‘IL MODELLO DELLA POLITICA ECONOMICA SONO GLI USA E NON L’EUROPA’ AFFERMA MATTEO RENZI INTERVENENDO ALL’ASSEMBLEA DI ASSOLOMBARDA

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    “Il modello della politica economica sono gli Stati Uniti e non l’Unione europea. E’ il momento di dare un segnale chiaro di cambiamento”, così stamane Matteo Renzi, a margine dell’assemblea generale di Assolombarda. “Per l’Italia anni è stata assente dal dibattito pubblico dell’Unione europea. Il risultato è che l’Unione europea si è inaridita e, nel silenzio del nostro Paese, sono state approvate regole finanziarie tutte finalizzate agli interessi di alcuni Paesi membri”. Quindi, virando sugli Stati Uniti, il premier ha osservato: “Quando gli Usa invitano l’Italia come ultima ospite alle cene di Stato, avverrà la settimana prossima, e lo fa concludendo così il suo mandato, non dà semplicemente un riconoscimento di amicizia o di collaborazione con il governo in carica, ma riconosce a questo Paese un ruolo e una responsabilità alla quale non ci dobbiamo sottrarre”. Poi, nell’ambito del suo intervento, parlando alla platea di Assolombarda, Renzi ha ‘imboccato’ la situazione economica interna: l’obiettivo del governo nella prossima Legge di Stabilità è di “portare l’Ires un punto sotto quello della Spagna, al 24% attraverso strumenti immediati per intervenire sulla produttività e sulla competitività”. Quindi, inevitabile, un passaggio sulle banche: “E’ vero che si sono difficoltà nel credito, ma non solo metteremo 900 milioni nel fondo di garanzia , ma una parte li anticiperemo nel 2016 con un provvedimento d’urgenza, per dare un segnale immediato e per far ripartire il credito e la fiducia”. Lasciando poi l’assemblea, ai giornalisti che gli domandavano come si apprestasse ad affrontare la direzione del Pd, indetta per il pomeriggio: “Giornata difficile oggi in direzione Pd? “Per chi? Forse per lei?”. Il premier, pochi minuti prima, nel corso del suo intervento, aveva lanciato un segnale ‘sibillino’: “L’Italia smetta di essere la patria delle divisioni e diventi patria della visione. Sono qui parlandovi con il cuore in mano, per dirvi una cosa banale – ha detto scherzando – Sono presidente del consiglio da due anni e mezzo. Il fatto che lo sia diventato significa che in Italia tutto è possibile. Non vengo da una famiglia importante. La mia, una parte è legata alla terra, una parte accolta da questa città. Dopo questi due anni e mezzo, voglio dirvi che sono più convinto del ’giorno uno’ a condizione che l’Italia smetta di essere patria delle divisioni, ma diventi patria della visione. Vi chiedo una mano – aveva poi aggiunto Renzi concludendo – perché vedo un paese che ha bisogno di essere rincuorato, di non vivere dellacultura di odioper cui l’importante non è fare, ma che quello accanto a me non faccia, che ci ha caratterizzato per troppo tempo e che ci ha portato a perdere occasioni straordinarie per l’Italia”.

    M.