(Adnkronos) – La morte, vera o presunta, di Evgheny Prigozhin a metà tra un thriller e l’abusata citazione di Winston Churchill secondo cui ‘la Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma’. Perché l’interrogativo che in tanti continuano a porsi, all’indomani della notizia dello schianto dell’aereo a bordo del quale si sarebbe trovato, è se Prigozhin sia veramente morto.
A seminare il dubbio già poco dopo le prime notizie è stato il propagandista numero uno del Cremlino, Vladimir Solovyev, che ha accusato gli ucraini e i loro alleati di “diffondere un falso messaggio sulla morte di Prigozhin” sulla base di quanto riferito da Rossiya 24. Salvo poi fare marcia indietro e accodarsi alla versione ‘ufficiale’. Ma i dubbi restano tanti, alimentati anche dalla passione del capo di Wagner per le parrucche e i travestimenti, dai tanti passaporti mostrati dalla tv russa dopo le perquisizioni nelle sue residenze seguite al fallito golpe. E dal fatto che in almeno un’occasione avrebbe usato un sosia.
Senza contare che Prigozhin già una volta venne dato per morto: nell’ottobre del 2019, quando nella Repubblica democratica del Congo era precipitato un aereo da trasporto An-72 a bordo del quale si disse che c’erano due russi. Uno dei due doveva essere lui, ma ricomparve tre giorni dopo.
“È stato annunciato che a bordo c’era un passeggero di nome Yevgheny Prigozhin. Ma è anche noto che diversi individui hanno cambiato il loro nome in Yevgeniy Prigozhin, come parte dei suoi sforzi per nascondere i suoi viaggi – dice Keir Giles, senior consulting fellow del programma Russia ed Eurasia di Chatham House – Quindi, finché non avremo la certezza che si tratta del Prigozhin giusto, non stupiamoci se a breve comparirà in un nuovo video dall’Africa”. E poi resta il mistero del secondo aereo, un altro jet Embraer sempre di proprietà di Prigozhin. che sarebbe atterrato ieri a Mosca, poche ore dopo lo schianto di quello a bordo del quale si sarebbe trovato il capo di Wagner.
Il sito Fontanka ha scritto che il corpo di Prigozhin potrebbe essere rimasto troppo sfigurato dall’incidente e dal conseguente incendio per essere identificato con i normali metodi. “E per scomparire per sempre, avendo preso uno dei suoi tanti passaporti di riserva, un aereo bruciato è un buon modo per farlo – ha scritto un importante politologo russo sui social media citato dal Guardian – I corvi non raccoglieranno le ossa, i resti sono in cenere, le tracce si sono perse”.
“Penso che sia assolutamente inevitabile che il 50% della popolazione sarà sempre convinto che è scappato e che fosse questa la sua via d’uscita – ha fatto eco Andrei Soldatov, giornalista russo esperto di sicurezza – Questo genere di teoria cospirativa sarà sempre molto popolare, specialmente considerato il suo background”.