Home ATTUALITÀ Pil Italia in calo, -0,3% nel secondo trimestre 2023

    Pil Italia in calo, -0,3% nel secondo trimestre 2023

    (Adnkronos) – Cala il Pil dell’Italia nel secondo trimestre del 2023. Secondo i dati Istat sulla stima preliminare il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. La variazione acquisita per il 2023 è pari allo 0,8%. Prosegue anche il rallentamento dell’inflazione che torna al +6%, lo stesso livello di aprile 2022. 

    La variazione congiunturale, precisa l’Istituto di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell’industria, mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta. Come evidenziato dall’Istat, il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022. 

     

    A luglio, secondo le stime preliminari dell’Istat, rallenta l’inflazione: infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e del 6% su base annua, rispetto al +6,4% del mese precedente, tornando agli stessi livelli di aprile 2022. Una decelerazione – spiega l’istituto di statistica – che si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,7% a +2,4%), dei Beni energetici non regolamentati (da +8,4% a +7,0%) e, in misura minore, degli Alimentari lavorati (da +11,5% a +10,9%), degli Altri beni (da +4,8% a +4,6%), dei Sevizi vari (da +2,9% a +2,7%) e dei Tabacchi (da +2,5% a +1,9%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +9,4% a +10,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,5% a +3,6%). 

    Rispetto alla frenata del dato generale, a luglio è molto più ridotta la riduzione per il cosiddetto carrello della spesa. Infatti le stime preliminari dell’Istat evidenziano come i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente in termini tendenziali (da +10,5% a +10,4%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,7% a +5,6%).