“Si è trattato di un terremoto di magnitudo importante, che ha prodotto uno scuotimento rilevante, di valore paragonabile a quello dell’Aquila’’. Così, Fabrizio Curcio, capo del dipartimento della Protezione civile, sulla terribile scossa sismica con epicentro ad Accumoli (Rieti) che, per ubicazione geografica ha coinvolto ben quattro regioni: Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche. Un sisma paragonabile a quello abruzzese, per intensità e per lo stesso orario notturno: “L’Aquila è un capoluogo di regione, qui la popolazione è più diffusa quindi è possibile un impatto meno gravoso in termini di vite umane”, ha precisato Curcio. Intanto, di ora in ora continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime, al momento (dispersi a parte) oltre 120. L’ipocentro del sisma che si è verificato nella notte tra martedì e mercoledì, ha detto Daniela Pantosti, direttrice dell’ Ingv, è stato fissato a una profondità tra i 5 e i 7 chilometri sotto terra. Il piano di faglia ha avuto una estensione di 25-30 chilometri”. Si è trattato, ha precisato, di un “evento localizzato in una zona dove l’attività sismica è sempre presente e simile ai terremoti tipici degli Appennini”. Il sisma, avvertito con forza anche a Roma e in tutto il Centro Italia, soltanto ad Amatrice conta oltre 35 le vittime accertate, come ha testimoniato il sindaco del paese, Sergio Pirozzi: Sono crollati interi condomini, case al centro, tre quarti del paese è distrutto. Si cerca ancora tra le macerie del convento ’Don Minozzi’, nella speranza di ritrovare in vita le 3 suore e i 4 ospiti della struttura che mancano all’appello dopo il sisma. Mentre altre tre religiose sono state messe in salvo dai soccorritori. “L’obiettivo in queste ore è tirare fuori dalle macerie più gente viva possibile – ha aggiunto Pirozzi- Nelle frazioni vicine non ci sono stati grossi problemi, i soccorsi sono al lavoro e gli elicotteri viaggiano ogni secondo. Qui è un dramma vero, sono nel mezzo di un paese che non c’è più”, aveva detto poco dopo le scosse. “Sul corso ha retto solo il campanile, spero sia un segno di buon auspicio”, ha sottolineato Pirozzi riferendosi all’antico campanile della Torre Civica, risalente al XIII secolo, simbolo di Amatrice. “Spero che significhi che la città non sia destinata a morire ma che potrà risollevarsi e rinascere”. Sono centinaia i feriti, decine i dispersi sotto le macerie e, purtroppo, migliaia gli sfollati. Anche il comune di Accumoli ha pagato un tributo salato, denunciando 9 morti accertati. Al momento un’intera famiglia – padre, madre e due bambini – è ancora sotto le macerie. I quattro non rispondono ai soccorritori, che sono al lavoro sul posto e che avrebbero per il momento individuato ed estratto il corpo senza vita di uno dei bambini. I piccoli hanno 9 mesi e sette anni. “Ci sono almeno 2mila sfollati. La situazione è drammatica. Poche case hanno retto al terremoto siamo in mezzo alle macerie”, ha detto in lacrime il sindaco Stefano Petrucci. “Adesso dobbiamo pensare a tutte le persone rimaste senza casa. Allestiremo campi di accoglienza e tendopoli in 4 punti”. In tutto i campi attrezzati dovrebbero ospitare tra le 500 e le 600 persone. Ma la situazione è altrettanto drammatica anche ad Arquata del Tronto, appena subito dentro il confine delle Marche, in provincia di Ascoli Piceno, dove si contano 10 morti. “Nella frazione di Pescara la situazione è complicata anche perché la strada statale di accesso, che è quella che collega Ascoli a Norcia-Spoleto, è lesionata”, spiega all’Adnkronos il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli. Ci sono anche una ventina di feriti tra codici gialli e rossi, ricoverati all’ospedale di Ascoli Piceno, ha riferito Maurizio Ferretti, responsabile del Centro Funzionale della protezione civile regionale delle Marche. “Otto vittime sono ad Arquata del Tronto e altre due in altre frazioni e località – spiega – ci sono ancora dispersi anche perché nella zona ci sono turisti ed è in corso una ricognizione delle case”. “A Pescara del Tronto potrebbero esserci una decina di dispersi ma non è facile avere un quadro preciso. In questo periodo oltre ai residenti qui c’è chi torna in paese per trascorrere le vacanze e il centro si ripopola”, ha riferito all’Adnkronos Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata del Tronto aggiungendo: “La situazione è drammatica, un vero disastro. Il paese non esiste più, quasi tutte le case di Pescara del Tronto sono crollate”. Come hanno tenuto a sottolineare dalla Sala operativa della Protezione civile regionale dellUmbria: Il terremoto di stamane ha colpito maggiormente la zona della fascia appenninica umbro-laziale. In Umbria si segnalano danni principalmente nei Comuni di Norcia e Cascia, mentre non si hanno notizie di morti o di feriti nella regione. Sono stati segnalati danni a numerose abitazioni che sono state evacuate e ad alcuni beni monumentali tra cui la Chiesa di S. Benedetto a Norcia, danni anche alle mura benedettine e crolli in alcune abitazioni a Castelluccio. Per quanto riguarda la viabilità al momento è interrotta la strada tra Borgo Cerreto e Norcia. Risultano inoltre danni alla rete elettrica per il crollo di un traliccio in prossimità della galleria S.Benedetto e la temporanea interruzione dei servizi ferroviari su una tratta della Orte Falconara che però vengono effettuai con servizi sostitutivi su gomma. Gli edifici ricostruiti con i criteri antisismici dopo i terremoti del 1979 e del 1997 – ha spiegato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno – hanno retto alle scosse della notte. Alcune persone si sono salvate sicuramente grazie alle ricostruzioni fatte bene”. Come dicevamo, la scossa più forte, di magnitudo 6.0, si è verificata alle 3.36 nella provincia di Rieti, ed è durata circa 2 interminabili minuti. Circa un’ora dopo, alle 4.32 e alle 4.33, altre 2 scosse di magnitudo 5.1 e 5.4 la prima della durata di circa 60 secondi – si sono verificate a 5 km da Norcia (Perugia). Ma nel complesso, fino alle 12, sono state circa 160 le repliche sismiche nella zona. L’ultima in ordine di tempo, molto forte, di magnitudo 4.9, si è verificata intorno alle 14. Segnaliamo che sono attivi i numeri verdi del contact center della Protezione civile nazionale, 800840840, e della sala operativa della protezione civile Lazio, 803 555. Facebook ha attivato la funzione per comunicare ai propri amici le proprie condizioni: #terremoto. Come ha tenuto a spiegare Immacolata Postiglione, responsabile ufficio emergenze della protezione civile: “In questa fase il calcolo del numero dei dispersi è complicato dal fatto che nella zona sono presenti molti turisti oltre ai residenti”. Gli strumenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno registrato finora, ha detto Salvatore Mazza sismologo dell’Ingv, “oltre 300 scosse dal sisma di magnitudo 6.0 che si è verificato questa notte con epicentro ad Amatrice”. Di queste scosse after shock cinque sono state forti, una in particolare alle 13.50 è stata di magnitudo 4.7 Sono attivi i numeri verdi: del contact center della Protezione civile nazionale, 800840840, e della sala operativa della protezione civile Lazio, 803 555. Facebook ha attivato la funzione per comunicare ai propri amici le proprie condizioni: #terremoto.
M.